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Un’opera d’arte che salva le vite

Susi Binato e Stefano Brutti promotori di Magica Lessinia con l’opera messa all’asta
Susi Binato e Stefano Brutti promotori di Magica Lessinia con l’opera messa all’asta
Susi Binato e Stefano Brutti promotori di Magica Lessinia con l’opera messa all’asta
Susi Binato e Stefano Brutti promotori di Magica Lessinia con l’opera messa all’asta

La riproduzione a intaglio, su pietra della Lessinia, della foto di Luca Tavoso, è stata assegnata a Nora che, nella gara di generosità lanciata dalle pagine Facebook e Instagram del gruppo Magica Lessinia, ha fatto l’offerta più alta per aggiudicarsi l’opera e concorrere all’acquisto di un defibrillatore da donare alla Protezione civile di Bosco Chiesanuova. «L’ho fatto in ricordo di mio marito Serafino Melotti e del suo amico Luciano Zanoni, entrambi trapiantati e purtroppo deceduti», ha spiegato Nora, «e vi ringrazio perché lavorate da volontari per chi è difficoltà. Lascerò l’opera alla Protezione civile, perché la tenga nella sua sede o la destini come meglio crede. Se avete bisogno, sappiate che io ci sarò ancora», ha concluso la generosa signora, fra gli applausi dei volontari, degli amministratori e degli organizzatori dell’evento. Tutto era partito da Andrea Zivelonghi, cavatore di Sant’Anna d’Alfaedo, che osservando sulla pagina di Magica Lessinia la foto di Tavoso, giovanissimo appassionato di fotografia di Colognola ai Colli, ne ha parlato con gli amministratori Susi Binato e Stefano Brutti, manifestando la volontà di trasferire su pietra le emozioni suscitate dalla foto e farne dono per una finalità benefica. Si è messo al lavoro con il fratello Franco, ottenendo un ottimo risultato nell’incisione e dalla loro idea è partita la proposta di Susi e Stefano per l’asta finalizzata alla raccolta di fondi per un defibrillatore. La consegna è avvenuta a Bosco Chiesanuova, presenti gli autori della foto e della riproduzione, i promotori dei Magica Lessinia, la Protezione civile di Bosco e l’amministrazione comunale con il sindaco Claudio Melotti, l’assessore al Sociale Lorenza Corradi e il consigliere Daniele Garonzi che in questi anni si è battuto per dotare paese e frazioni del maggior numero possibile di defibrillatori. Con loro c’erano anche i coniugi Modena, genitori di Lorenzo, il giovane morto una dozzina di anni fa su un campo di calcio «e che forse un defibrillatore avrebbe potuto salvare», ha ricordato il papà. Con la mamma ha dato vita alla Fondazione Lorenzo Modena, che segue la formazione per l’utilizzo e la diffusione capillare dei defibrillatori: «Lorenzo che amava aiutare tutti, sarebbe felicissimo di vedere che alla Protezione civile è destinato questo strumento salvavita», ha aggiunto la mamma. Il Comune oltre a posizionare diversi defibrillatori, ha ricordato il consigliere Garonzi, ha fatto formazione, arrivando a oltre 180 persone addestrate all’uso del defibrillatore: «Siamo in un territorio che ha grandissima sensibilità su questi temi», ha riconosciuto Michele Bonetti, responsabile della formazione per Croce Bianca, «e vorrei che altri Comuni ne seguissero l’esempio, soprattutto quelli dove i soccorsi devono partire da più lontano. Abbiamo già avviato i nuovi corsi, con le dovute precauzioni da prendere in tempo di Covid-19». Il defibrillatore finirà su una delle auto del gruppo di Protezione civile di Bosco e il presidente Giovanni Stroiazzo si è detto «orgoglioso di garantire la sicurezza dei nostri cittadini», tema sottoscritto anche dal presidente del Distretto Lessinia, Paolo Guzzo: «La prevenzione è fondamentale nel nostro lavoro e io ammiro quanti si sono adoperati per questo». Antonio Riolfi, responsabile dell’unità operativa di Verona della Protezione civile provinciale e regionale, ha ringraziato per l’iniziativa e richiamato la cultura dell’autotutela che si esprime attraverso la prevenzione e la conoscenza. Infine il plauso è venuto anche dalla consigliera provinciale delegata alla Protezione civile Albertina Bighelli e dal sindaco Claudio Melotti: «Mi auguro che si riveda a livello regionale il piano sanitario dei soccorsi: il nostro è un territorio che va salvaguardato senza mettere a rischio il sistema sanitario, che ha retto bene in questi mesi di emergenza. I 180 volontari formati sono un patrimonio di tutta la Lessinia che ci rende orgogliosi, come la raccolta fondi e la donazione per la nostra Protezione civile», ha concluso il primo cittadino.

Vittorio Zambaldo

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