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Tutti sulla neve, S. Giorgio fa il pieno

A passeggio sulla neveLa lunga fila al Centro fondo ieri mattinaAl rifugio
A passeggio sulla neveLa lunga fila al Centro fondo ieri mattinaAl rifugio
A passeggio sulla neveLa lunga fila al Centro fondo ieri mattinaAl rifugio
A passeggio sulla neveLa lunga fila al Centro fondo ieri mattinaAl rifugio

L’incertezza della settimana ha partorito il caos della domenica, com’era prevedibile. Lessinia presa d’assalto, ieri, non solo da fondisti, scialpinisti e snowboardisti, che sarebbero stati legittimati a farlo in base alle delucidazioni fornite sull’ultimo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 14 gennaio. C’erano anche escursionisti, ciaspolatori, gente con lo slittino, categorie di cittadini che non rientrano nella casistica di chi svolge attività sportiva. I post sui social non hanno aiutato a capire, ingenerando confusione a loro volta e false sicurezze. Lessinia Turistsport, ad esempio, la società che ha in gestione le piste della Translessinia, rilanciava sui social, domenica mattina, la sua personale interpretazione delle norme: «Albeggia in Lessinia! Piste tracciate fino a Malga Lessinia e Castelberto. Tanta neve vento calmo. Noleggi aperti. Tracciate anche le pedonali. Vi aspettiamo!». È stato un invito esplicito anche ai non sportivi, visto che si scrive di piste pedonali tracciate, riservate a ciaspolatori e camminatori. Ma con il passare delle ore cresceva anche il senso e il timore di quello che stava succedendo. Si alzava il vento con un cambio repentino di condizioni atmosferiche, come capita spesso e senza preavviso in montagna. La neve fresca caduta nel fine settimana, fra i 30 e i 40 centimetri di strato leggero e farinoso, veniva spostata dal vento dai prati e dai cumuli a lato strada al centro della carreggiata, creando accumuli che impedivano alle vetture più basse di proseguire, anche se attrezzate con gomme da neve. «Due auto si sono messe di traverso sulla strada provinciale 14, che dalla località Tracchi porta a Bocca di Selva. Siamo dovuti intervenire per aiutarle a mettersi in carreggiata», riferisce Sebastiano Nardella della Polizia locale di Bosco Chiesanuova. Episodio simile è successo anche sulla Sp 6 al Colle del Branchetto, località notoriamente sferzata da venti forti e da conseguenti accumuli di neve. «Abbiamo chiamato il servizio di sgombero neve per ripassare sulle strade perché la situazione stava divenendo problematica», aggiunge Nardella. Alle 13 erano già 1.134 i veicoli transitati al varco di Bosco Chiesanuova e, grazie alle condizioni di cielo sereno che erano visibili dal fondovalle e dalla pianura, il traffico è continuato anche nelle prime ore del pomeriggio. Lo spettacolo che si presentava, soprattutto a San Giorgio, più facilmente accessibile che Bocca di Selva, era quello di una forte presenza di auto, con parcheggi già pieni dalla tarda mattinata. Lo spettacolo meno edificante sono state le code per l’acquisto dei biglietti per l’accesso alle piste per lo sci di fondo, con numerosi appassionati assembrati e per nulla rispettosi del distanziamento prescritto dalla normativa, cioè due metri finché si pratica attività sportiva individuale e almeno un metro in altre condizioni e che in questo caso è diventato decimetro, o addirittura qualche centimetro, con buona pace di chi, osservante delle regole, è rimasto a casa o se ha scelto di salire in montagna lo ha fatto con la dovuta attenzione di non esporre se stesso e gli altri a rischio contagio. È senza parole, il sindaco di Bosco Claudio Melotti: «Purtroppo è successo quello che si preventivava a causa delle interpretazioni più varie, le dichiarazioni più colorite e con le istituzioni che ci hanno messo del proprio per non chiarire. Mi auguro che tutto questo non porti a un’impennata di contagi nelle prossime settimane». •

Vittorio Zambaldo

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