Tre branchi e trentuno lupi In Lessinia allarme predazioni

L’ultimo evento predatorio accertato nel 2022 risale al 22 dicembre, in località Croce Lunga di Velo. A farne le spese sono state una vitella, una manzetta, una manza. L’episodio più cruento è stato registrato il 3 gennaio di un anno fa ai Dossi di Arzarè, nel comune di Grezzana, con il triste bilancio di 21 pecore predate, tra decedute e disperse. Nel mezzo, un’annata nella quale una trentina di esemplari, suddivisi in tre branchi, hanno predato 185 capi in 134 attacchi, 59 dei quali tra i confini della riserva protetta. Monitoraggio Sono i numeri del monitoraggio lupi del Parco naturale che riassume i dati sulla consistenza e sulla distribuzione del lupo e sull’entità delle predazioni accertate a carico del patrimonio zootecnico nella Lessinia veronese nel 2022. Scorrendo i monitoraggi pubblicati dall’ente dal 2015, l’aumento dai 43 eventi predatori iniziali ai 134 più recenti appare evidente. Questo è un lato della medaglia. «Annus horribilis» si conferma comunque il 2021, chiuso con 213 capi tra deceduti, dispersi, feriti o soppressi. Ben 28 in più rispetto al 2022 che si è fermato quota 185 con la perdita di 135 bovini, 39 pecore, 6 capre, 4 asini e 1 alpaca. Emerge dai rilevamenti fatti durante l’attività di monitoraggio della specie effettuata dal capoguardia parco, dai carabinieri forestali di Bosco Chiesanuova e Tregnago, dal corpo di polizia provinciale della Provincia. Agenti che si muovono su un territorio piuttosto ampio, con alcuni comuni in particolare sui quali le incursioni dei grandi carnivori si sono concentrate: Bosco Chiesanuova con 53 eventi, seguito da Sant’Anna d’Alfaedo con 28 e da Erbezzo con 17. Nella Lessinia trentina, secondo i dati del servizio foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, le predazioni registrate sono state 21, con 22 capi bovini. Tre branchi Lo storico branco chiamato «Lessinia», costituitosi nel 2013 con la coppia alfa formata da Slavc e Giulietta (non più rilevata da fine 2021 e sostituita da un’altra femmina), conta 11 lupi, di cui 6 adulti e 5 giovani. L’area di tale nucleo è costituita dalla porzione centro-occidentale dagli alti pascoli usati per l’alpeggio, dalle valli e dorsali che dall’altopiano centro-occidentale conducono all’alta pianura veronese sino a circa 600 m di quota e, sul versante atesino, fino al fondovalle della Val d’Adige, dall’intero versante sinistro della Val dei Ronchi, nei comuni di Bosco Chiesanuova, Erbezzo, Grezzana, Cerro, Sant’Anna d’Alfaedo, Ala e Avio. Altrettanti sono gli esemplari (5 adulti e 6 giovani) che costituiscono il branco «Lessinia orientale», formatosi nel 2020, che ha territorio principale nella porzione sudorientale dell’altopiano e le valli e i rilievi che da questa discendono a circa 600 m di quota, tra l’alto Vajo di Squaranto e l’alta Val d’Illasi nei comuni di Bosco Chiesanuova, Roverè, Velo, Selva di Progno e Badia Calavena. Infine, 9 lupi compongono il nuovo branco «Foresta di Giazza», che occupa perlopiù l’area demaniale e le zone limitrofe lungo i confini tra i comuni di Selva di Progno, Ala e Crespadoro. Gli indennizzi «Da quest’anno tutte le istanze di contributo a titolo di indennizzo per danni causati da grandi carnivori e da altra fauna selvatica», precisa Massimo Sauro, vicepresidente del Parco con delega all’ambiente, «verranno liquidate direttamente da Avepa, l’Agenzia veneta per i pagamenti, in seguito alla convenzione tra Avepa stessa e la Regione». Questo comporta che «le domande dovranno essere inviate al nuovo ente preposto», conclude, «mentre i sopralluoghi rimangono sempre in capo all’ente provinciale».•.