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I genitori di Tommaso e Michele

Tragedia di Malga Preta. I papà attoniti: «Non può finire così, a sette anni»

L’abbraccio fra il padre di uno dei bambini morti (a sinistra) e uno dei proprietari della malga, sotto lo sguardo dell’altro papà (Foto Pecora)
L’abbraccio fra il padre di uno dei bambini morti (a sinistra) e uno dei proprietari della malga, sotto lo sguardo dell’altro papà (Foto Pecora)
La ghiacciaia crollata a Malga Preta

 «Doveva essere una giornata di festa, era la prima volta che venivamo qui a Malga Preta di Sotto. Chi avrebbe potuto immaginare che questa sera avrei riportato a casa mio figlio in una bara? Non si può morire in questo modo a sette anni». I papà di Tommaso e Michele, morti nella tragedia di ieri sul Corno d'Aquilio, sono attoniti. Ancora non si rendono conto di come una tragedia così assurda si sia abbattuta proprio sulla loro famiglia. Rivivono mille volte quanto successo nel pomeriggio, come per trovare una risposta a tanti perché.

 

Si sostengono a vicenda, poi quando le pompe funebri arrivano per ricomporre i corpicini dei due amici, non reggono alla commozione. «Hanno sempre fatto tutto insieme: sono nati entrambi a dicembre, a pochi giorni di distanza, hanno fatto l’asilo insieme, la scuola insieme. E oggi sono morti insieme. Hanno giocato insieme fino alla fine, amici inseparabili nella vita come nella morte».

 

I due ragazzi abitavano con le famiglie a Mizzole. Tommaso avrebbe dovuto partire tra pochi giorni per le vacanze. Il papà non si dà pace: «La settimana prossima avrei dovuto accompagnarlo al mare, e invece...». «Di solito sono i figli che organizzano il funerale ai genitori», aggiunge scuotendo la testa il papà di Michele.

 

Intorno a loro il clima è surreale. Distrutto e in lacrime il proprietario della malga, Augusto Ceradini. Nessuna forza di parlare con i giornalisti, solo un abbraccio sentito ai due papà. E poi una raffica di strette di mano ai due genitori da parte degli stessi soccorritori, rimasti a testa bassa finché il triste corteo si è avviato verso valle.

 

Ora toccherà alle indagini, coordinate dal pm Paolo Sachar, stabilire se si sia trattato solo di una tragica fatalità o se la tragedia potesse essere in qualche modo evitata, mettendo in luce eventuali negligenze o responsabilità.

 

L’antica ghiacciaia, ora sotto sequestro, avrebbe dovuto essere sottoposta a manutenzione? Sarebbe stato necessario almeno segnalarne la pericolosità? Domande a cui risponderanno gli inquirenti. 

 

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Elisa Pasetto

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