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Senza guardiaparco per due anni, critiche da politici e ambientalisti

Il parco della Lessinia, in primo piano un camoscio
Il parco della Lessinia, in primo piano un camoscio
Il parco della Lessinia, in primo piano un camoscio
Il parco della Lessinia, in primo piano un camoscio

Un parco naturale senza guardiaparco. Sembra un gioco di parole. Invece è, in estrema sintesi, quanto sembra emergere dalla delibera del consiglio direttivo del Parco della Lessinia datata allo scorso 20 gennaio sulla «Adozione del piano triennale di fabbisogno di personale dell’ente Parco naturale regionale della Lessinia per il triennio 2023-2025». Nove pagine di documento approvato dal presidente Giuliano Menegazzi, dal vicepresidente Massimo Sauro e dai componenti Marco Cappelletti, Silvia Marcazzan e Daniele Zivelonghi. L’ottica dichiarata riguarda il fabbisogno di personale, alla luce dello scioglimento della Comunità Montana della Lessinia. Trattandosi di riserva naturale, una voce che non passa inosservata nel testo è l’assenza per due anni del servizio di guardiaparco a cui si aggiunge la messa in mobilità di alcune figure professionali. Mentre per il direttore del Parco il concorso si svolgerà nel 2023, per il ruolo di guardiaparco si rimanda al 2025. La notizia è circolata in fretta: dal web, dov’è partita una petizione online, ai tavoli della Regione. A sollevare il caso con un’interrogazione alla Giunta sono stati i consiglieri del Pd Veneto Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon. La messa in mobilità della figura di guardiaparco, osservano, «rappresenta un grave rischio per la tutela di questo luogo ricchissimo dal punto di vista naturalistico, ambientale, storico ed etnico del territorio veronese, nonché sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale dell’Unione Europea». Ha presentato un’interrogazione urgente pure la consigliera regionale Cristina Guarda (Europa verde) coi consiglieri Baldin (Movimento5stelle), Lorenzoni (Gruppo misto), Ostanel (Il Veneto che vogliamo) per chiedere all’assessore regionale competente in materia parchi se ritiene la decisione «legittima e coerente». I compiti del guardiaparco, ricorda, «sono fondamentali sotto il profilo della tutela ambientale e sanzionatorio in quanto consustanziali alla ragion d’essere dei parchi naturali. Si tratta di funzioni insopprimibili e fondamentali». Esprime perplessità e preoccupazione Legambiente Verona: «Soprattutto per la scelta di non avvalersi dell’attuale guardiaparco», dichiara Ivo Conti, «s’intravvede la mancanza di lungimiranza e tutela degli interessi del Parco e della Lessinia tutta». Il presidente Menegazzi prova a smorzare i toni: «Nessuna figura viene eliminata o messa in mobilità dall’organico dell’ente stesso». Richiama la legge istitutiva dell’area protetta secondo cui «per l’adempimento dei compiti di vigilanza può essere anche utilizzato, mediante accordi, personale dei Comuni e della Provincia interessati al territorio del Parco, nonché delle strutture tecniche regionali». Come ente, conclude, «lavoreremo nella direzione di un potenziamento dei servizi di vigilanza, garantendo anche gli altri servizi essenziali». Ma la questione è di là da essere chiusa. M.B.

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