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Scontro sui lupi, animalisti in campo

Giovanni Gemma, l’imprenditore sanmartinese svegliato prima dell’alba dalla presenza di due lupi nei pressi del recinto dei suoi cani
Giovanni Gemma, l’imprenditore sanmartinese svegliato prima dell’alba dalla presenza di due lupi nei pressi del recinto dei suoi cani
Giovanni Gemma, l’imprenditore sanmartinese svegliato prima dell’alba dalla presenza di due lupi nei pressi del recinto dei suoi cani
Giovanni Gemma, l’imprenditore sanmartinese svegliato prima dell’alba dalla presenza di due lupi nei pressi del recinto dei suoi cani

«Basta allarmismi sull’assurda pericolosità del lupo per l’uomo, visto che negli ultimi 150 anni non si conoscono predazioni ai danni di un umano. Basta allarmismi che portano soltanto a tensione sociale», denuncia Chiara Tosi, coordinatore regionale di Lipu, riprendendo la paura manifestata all’Arena da Giovanni Gemma, l’imprenditore sanmartinese svegliato prima dell’alba dalla presenza di due lupi nei pressi del recinto dei suoi cani Lagotti per la ricerca di tartufi. L’episodio era accaduto domenica mattina in località Grisi di Campofontana, dove l’uomo stava con la sua famiglia. «I RACCONTI delle giornate a cercare tartufi, accompagnato dagli amati cani Kora e Lolli, riportano a una immagine che noi cittadini, imprigionati in città troppo cementificate, in cui gli alberi si contano sulle dita di una mano, difficilmente riconosciamo», ammette Tosi, «e in quel paradiso terrestre c’è stato un fugace, ma fortunato incontro. Quanti di noi in una notte stellata estiva, dalla finestra di casa, immersi nel bosco, avrebbero voluto che il lupo con la sua natura selvaggia, sinonimo inconfondibile di libertà, ci scegliesse. Non c’è alcun pericolo per l’uomo, perché il lupo lo evita accuratamente e se lo incontra, istintivamente se ne va via, come in questo caso», prosegue l’esponente animalista, che denuncia la presentazione in Consiglio regionale dell’ennesimo progetto di legge da parte del consigliere di Fratelli d’Italia Sergio Berlato, per il contenimento dei capi in esubero, «perché è quello che la natura esige», ha dichiarato presentando il progetto lo scorso 5 agosto. «Quando l’eccessiva presenza di una determinata specie compromette l’equilibrio tra le altre specie animali o mette in pericolo l’ecosistema o danneggia gravemente le attività umane, è opportuno adottare urgentemente tutte le misure necessarie ad affrontare concretamente il problema, basando ogni iniziativa su elementi di natura tecnico scientifica e non sull’ideologia o sull’emotività di chi ritiene che i diritti dei lupi abbiano la priorità sui diritti delle persone che, con il loro costante lavoro, hanno permesso non solo l’esercizio di attività economiche ma la manutenzione e la salvaguardia del territorio», aveva detto Berlato. «Non si hanno dati certi sul numero di lupi in Lessinia e quindi il concetto di esubero appare piuttosto incomprensibile», osserva Chiara Tosi, «e desta profondo sconcerto quanto affermato dal rappresentante dei cacciatori. Ci si domanda infatti su quale presupposto si fonderebbe il principio secondo il quale l’uomo, in ossequio alla natura, dovrebbe annientare le altre specie». •

Vittorio Zambaldo

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