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«Sci», pomeriggi a scuola con i nonni

Una delle grandi aule della nuova scuola di Bosco Chiesanuova, dotata anche di cucina
Una delle grandi aule della nuova scuola di Bosco Chiesanuova, dotata anche di cucina
Una delle grandi aule della nuova scuola di Bosco Chiesanuova, dotata anche di cucina
Una delle grandi aule della nuova scuola di Bosco Chiesanuova, dotata anche di cucina

L’acronimo Sci la richiama e la stagione anche, ma non ha nulla a che fare con la neve perché Sci, che pure si è già lanciato in pista, sta per «School contest intergenerational» ed è un progetto di percorsi di inclusione e ridefinizione dei servizi proposto dal settore Servizi sociali, dall’assessore Lorenza Corradi e dal Comune con capofila la cooperativa La Tata, la Federazione del volontariato di Verona Csv e come enti sostenitori Fondazione Pia Opera Ciccarelli, Istituto comprensivo di Bosco Chiesanuova e parrocchia di Corbiolo. «Vogliamo creare un nuovo modello, una rete aperta di servizi che valorizzino le risorse presenti per far emergere le solitudini degli anziani e delle famiglie», spiegano le esperte che hanno redatto il progetto, premiato da un bando in cui Bosco Chiesanuova ha ottenuto il punteggio maggiore - anche rispetto a Verona e Vicenza - con un finanziamento di Fondazione Cariverona di 215mila euro a cui si aggiungono 108 mila euro da parte dei partner, per un totale di 323mila euro spendibili in tre anni. «L’innovazione è considerare l’anziano non solo come beneficiario di servizi, ma come risorsa attiva ed elemento di legame con il territorio anche per le giovani generazioni, così che l’attività di socializzazione diventa anche servizio per la comunità, dando vita a un processo di copartecipazione mutualistica e di coproduzione dei servizi», si legge nel progetto. Tradotto in concreto, dopo una prima fase di mappatura, già avviata in ottobre per individuare le maggiori fragilità con interviste nelle case di adulti e anziani, stanno partendo in questi giorni una quindicina di laboratori rivolti agli studenti dell’Istituto comprensivo. A insegnare a bambini e ragazzi la nonna abile nel lavoro a maglia, l’anziano capace di fare il fabbro e il falegname, ma anche la massaia che insegna deliziose ricette perché la scuola, costruita di recente, dispone di cucina e ampie aule per differenti laboratori. In questo modo si allarga la comunità educante, solitamente limitata agli insegnanti e alle lezioni frontali in classe, con un approccio intergenerazionale. Beneficiari del progetto sono gli anziani e gli studenti (circa mille di cui almeno un centinaio coinvolti nei laboratori del primo anno); le famiglie delle persone fragili e degli anziani che collaboreranno con la scuola; insegnanti ed educatori che potenziano il loro intervento educativo; giovani professionisti del sociale (circa cinque) impegnati nelle attività del progetto; le organizzazioni del terzo settore che potranno coordinarsi in rete e in modo più semplice; le imprese e le aziende della Lessinia coinvolte nel volontariato d’impresa, con nuove pratiche di responsabilità in un’ottica partecipativa. Emerse le solitudini e le fragilità, si punta a cercare nuove opportunità di relazione anche con spazi di incontro e animazione, a creare un sistema di diversi livelli che distingua gli interventi dei servizi per i casi di emergenza e quelli realizzabili con il coinvolgimento della comunità, riducendo in questo modo anche il numero delle persone escluse dai possibili interventi, prevenendo l’individuazione dei casi sociali per i quali si rende necessario l’intervento del servizio pubblico. «È un progetto della comunità, non del Comune», spiegano le responsabili del settore sociale, «perché parte dal cittadino per strutturare i servizi e non dagli uffici e l’obiettivo è di arrivare a contaminare tutto l’apparato anche per altre aree del Comune, spesso pensato come un contenitore scarsamente flessibile». Il sindaco Claudio Melotti esprime soddisfazione sia per il riconoscimento ottenuto dal punteggio del bando che ha collocato il progetto al primo posto, sia per l’investimento: «Ricordo che i fondi destinati a questo progetto si aggiungono alle altre centinaia di migliaia di euro che il nostro Comune investe nel sociale, ambito di cui si parla poco ma che è strategico per il benessere dei cittadini». •

Vittorio Zambaldo

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