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«Riprendete con calma a percorrere i sentieri»

Una malga in Lessinia
Una malga in Lessinia
Una malga in Lessinia
Una malga in Lessinia

Arriva anche dal Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico (Cnsas), l’invito ad affrontare con prudenza le uscite in montagna che sono state autorizzate dalle ordinanze uscite per la Fase 2, di ripresa, dopo l’emergenza Covid-19. I soccorritori del Cnsas sono i primi ad essere allertati e a intervenire in situazioni difficili, anche in condizioni meteo a volte proibitive, per mettere in salvo persone disperse o in difficoltà per un incidente in montagna. Per questo, anche solo perché mettono a rischio la propria vita, i loro sono consigli utili e preziosi, a partire dal rispetto delle norme fondamentali che ogni escursionista di montagna dovrebbe avere ben impresse: è sconsigliato muoversi da soli e, nel caso non si possa fare diversamente, occorre comunicare sempre la meta e il percorso che si segue, informando chi sta a casa degli spostamenti, dei tempi presunti di rientro ed anche degli eventuali cambi di programma. «Usciamo da quasi due mesi di scarsa attività fisica, quindi è giusto che la ripartenza sia graduale, specie in montagna, con uscite alla portata di un fisico a cui sono mancati allenamenti e occasioni per percorrere le lunghe distanze: conoscere i propri limiti e sapersi fermare prima di superarli, è sempre la regola d’oro di chi si avventura in questi luoghi», scrive il Cnsas in un suo comunicato. I rifugi, tra l’altro, continuano ad essere chiusi e a volte sono raggiungibili a fatica su una neve che ancora resiste anche alle calde temperature di questi giorni. Dunque occorre considerare i tempi di percorrenza che si allungano e che non ci saranno rifornimenti lungo l’itinerario. I bivacchi, o rifugi invernali, sono aperti sempre e solo per le situazioni di emergenza (buio, cambio repentino del meteo, condizioni di salute critiche), ma sono strutture piccole che possono accogliere solo pochissime persone e «l’accesso equivale all’assunzione di responsabilità per l’utente del rischio di contagio da Covid-19, non essendo luoghi controllati», si legge in una nota diffusa ieri dal Cai Veneto. In caso di necessità, il numero da contattare è sempre il 118 che penserà a mettere in allerta le squadre di soccorso. L’ordinanza del presidente regionale Luca Zaia autorizza gli spostamenti individuali o con componenti del nucleo familiare entro i confini regionali. Ricordiamo che il Gruppo del Carega, a partire dalla chiesetta del rifugio Revolto, è già territorio Trentino, come il Passo della Lora per chi arrivasse da Campofontana o dalla Val Fraselle. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

V.Z.

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