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Carega

Arriva la luce al Rifugio Revolto, che presto potrebbe riaprire

Il bando per la gestione, per la durata di sette anni, è scaduto lo scorso 23 settembre e ha raccolto alcune manifestazioni di interesse
Il vice sindaco Silvano Valcasara vicesindaco di Selva di Progno davanti al rifugio Revolto
Il vice sindaco Silvano Valcasara vicesindaco di Selva di Progno davanti al rifugio Revolto
Il vice sindaco Silvano Valcasara vicesindaco di Selva di Progno davanti al rifugio Revolto
Il vice sindaco Silvano Valcasara vicesindaco di Selva di Progno davanti al rifugio Revolto

Il rifugio Revolto, ultimo avamposto veronese prima del confine con il Trentino, è stato conquistato dall’energia elettrica. Dopo due anni di chiusura, è un risultato che si aggiunge alla recente conclusione degli interventi di manutenzione straordinaria che hanno interessato l’immobile. L’edificio è di proprietà di Veneto Agricoltura, l’Agenzia regionale per l’innovazione nel settore primario, che si sta occupando anche del bando di gara per l’assegnazione dello stabile ad un nuovo concessionario.

 

Dove si trova il rifugio Revolto

A 1.330 metri sul livello del mare, immerso tra abeti e larici della foresta demaniale, il rifugio sorge alla fine della strada asfaltata che sale in quota dal paese di Giazza, nel comune di Selva di Progno. È un punto di partenza strategico, che si raggiunge a piedi o in auto, per i numerosi escursionisti che da lì si incamminano verso il Carega o altre mete dell’alta Lessinia attraverso Bocca Trappola. Pochi passi e si sconfina di regione, tanto che la vicina chiesetta ricade già tra i confini del Trentino.
«Grazie alla collaborazione tra Provincia autonoma di Trento, Veneto agricoltura, Comune e Parco naturale della Lessinia», sottolinea il vicesindaco di Selva di Progno con delega ai Lavori pubblici, Silvano Valcasara, «negli ultimi due anni sono stati realizzati diversi interventi strategici su questo versante in un’ottica di valorizzazione». Ad esempio a Malga Campobrun, nel comune di Ala, Veneto agricoltura ha realizzato una vasca interrata per la raccolta di acqua piovana: progettata prima della crisi idrica, si è rivelata essenziale quest’estate.

 

Acqua potabile e lavori ai piedi del Carega

Tornando nel Veronese, l’acqua potabile ha raggiunto il rifugio Boschetto e le attigue abitazioni. La messa in sicurezza ha interessato la strada Boscangrove-Revolto, nel tratto compreso tra il Boschetto e la sbarra per Campobrun, con la sistemazione e stabilizzazione delle banchine. I lavori - progettati dal Centro forestale di Veneto agricoltura, approvati dal Parco della Lessinia e dalla Regione quindi realizzati da Veneto agricoltura, si sono conclusi ad agosto del 2020, utilizzando materiali naturali (sassi a gravità, ghiaia e legname, senza l’uso di cemento). 
Piazzole di sosta e nuovo manto stradale hanno migliorato la viabilità su un tratto molto frequentato da turisti, escursionisti e alpinisti. Ulteriori risorse per il mantenimento del patrimonio demaniale, indica il vicesindaco, «saranno destinate ad interventi di mantenimento del Lago Secco che deve essere messo nelle condizioni di essere gestito».
Segnala ancora Valcasara: «Grazie a Veneto agricoltura e al suo direttore responsabile Nicola Dell’Acqua, affiancato dallo staff tecnico, sono terminati i lavori al Revolto». Le opere portate a termine all’ultimo piano dello stabile hanno interessato principalmente il rifacimento del tetto e del sottotetto, coibentato e messo a norma secondo le più recenti direttive di legge, e delle canne fumarie. Inoltre, il rifugio alpino è stato di allacciato alla rete pubblica elettrica.
Collegamento che integra l’impianto ibrido presente, alimentato da pannelli fotovoltaici con batterie di accumulo, mini pala eolica e generatore di corrente di soccorso; l’approvvigionamento idrico avviene invece con derivazione da sorgente e cisterna di raccolta dell’acqua piovana. Il bando per la gestione della struttura, per la durata di sette anni, è scaduto lo scorso 23 settembre e ha raccolto alcune manifestazioni di interesse, ora in corso di valutazione da Veneto Agricoltura. 

 

Marta Bigego

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