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Nuova vita per Malga San Giorgio?

Rifugio Gaibana, ecco il nuovo progetto
Ma intanto scoppia la guerra legale

Nuova vita per Malga San Giorgio?
Il Gaibana oggi e nei progetti
Il Gaibana oggi e nei progetti
Il Gaibana oggi e nei progetti
Il Gaibana oggi e nei progetti

L’imprenditore Renato Canteri, che si è aggiudicato l’asta del fallimento di Nuova Lessinia spa, non ci sta a passare per cementificatore della cima di Castel Gaibana su cui sorge il rifugio, da subito oggetto del desiderio che ha mosso passione e soldi per l’acquisto di impianti, macchinari e concessioni.

 

Dopo il colpo di mano di Canteri, che con l’aiuto dei suoi operai in un solo giorno ha abbattuto nella piana di San Giorgio il locale tecnico della seggiovia e dello skilift della pista Slalom, Marco Zambelli, a nome anche della famiglia, proprietaria di alcuni mappali coinvolti nel blitz, ha fatto un esposto denuncia alla Procura della Repubblica accusando il danneggiamento delle proprietà e chiedendosi come sia potuto avvenire che «senza alcun preavviso e senza permesso di demolizione da parte di Comune, Parco e tantomeno mio, la mia casetta nella piana di San Giorgio fosse così brutta da andare demolita, mentre quella sulla cima (il rifugio Gaibana ndr) di proprietà di Canteri, possa essere ampliata. Riempire di cemento una delle cime più alte della Lessinia è forse più bello?», si chiedeva Zambelli su L’Arena.

Ora arriva la replica di Canteri. «Preannuncio una controquerela perché le dichiarazioni di Marco Zambelli ledono la mia onorabilità e portano danno all’immagine del Rifugio Gaibana e di tutto San Giorgio», attacca Canteri. «Sono stato definito cementificatore di una delle cime più alte della Lessinia, mentre è il contrario. Ristrutturazione e ampliamento del Rifugio Gaibana, che una volta riaperto riprenderà il nome originario di Castel San Giorgio, prevedono la ristrutturazione, con ampliamento di un fabbricato da eseguire in legno e con materiali ecologici. Stiamo lavorando perché la costruzione possa fregiarsi del riconoscimento di zero emissioni, in quanto tutta l’energia necessaria al funzionamento verrà ricavata da fonti rinnovabili: geotermia, solare termico, fotovoltaico e, compatibilmente con l’impatto ambientale, forse anche eolico».

 

Canteri anticipa che il fabbricato verrà dotato di uno scudo geotermico per la protezione dal freddo, e per lo studio di tale sistema è stato incaricato il professor Giuseppe Mandrone dell’università di Torino, esperto in geotermia. Ci sarà anche il probabile contributo della Regione Veneto, con l’assunzione di tre ricercatori con il compito di coadiuvare il professor Mandrone. «Lascio agli amanti di San Giorgio valutare con la loro intelligenza se un progetto del genere e le attività conseguenti si possano definire cementificazione», sbotta Canteri, amministratore unico di Nordwind srl, società che ha rilevato il fallimento di Nuova Lessinia spa e ha in progetto il rilancio in termini ecologici e sostenibili di Malga San Giorgio.

Zambelli aveva contestato anche l’affermazione di Canteri secondo cui Nordwind avrebbe ricevuto, con l’acquisto dal fallimento, il trasferito dal giudice di tutti i beni mobili e immobili, gli impianti e i contratti in essere di Nuova Lessinia spa. Canteri ribadisce, citando pagina 12 dell’atto di vendita, il trasferimento dei contratti in essere. Zambelli aveva definito arbitraria la demolizione di Nordwind srl su mappali di sua proprietà e citava i locali tecnici della seggiovia e dello skilift e l’Ice Bar con plateatico posizionato al centro della piana di San Giorgio, dove già in tempi non sospetti aveva scritto il suo nome e il numero di mappale corrispondente.

«Il catasto non è, e non è mai stato probatorio, ai fini della certificazione di proprietà di un immobile», risponde Canteri, «pertanto invito Marco Zambelli a fornire gli atti di provenienza degli immobili, o in alternativa, i progetti e le fatture di acquisto che comprovino che tali immobili sono di sua proprietà. Fra l’altro è una consuetudine che risulta nuova l’accatastamento di una roulotte, perché tale è il fabbricato denominato Ice Bar, una fatiscente casetta in legno su ruote, che non è stata demolita ma semplicemente rimorchiata con il trattore e temporaneamente posizionata su un piazzale di proprietà di Nordwind srl». •

 

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