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Referendum per restaurarlo Vince il sì al monumento alpini

Il monumento agli alpini da restaurare a Roverè
Il monumento agli alpini da restaurare a Roverè
Il monumento agli alpini da restaurare a Roverè
Il monumento agli alpini da restaurare a Roverè

Hanno votato in 57 e ci sono stati 56 sì e un solo no. Praticamente ogni famiglia della frazione San Francesco di Roverè ha partecipato al referendum indetto dal locale gruppo Alpini e si è detta d’accordo di intervenire sul monumento ai Caduti per una sistemazione e per un restauro conservativo che celebri degnamente il centenario dell’opera che scadrà il 17 settembre 2022. Il capogruppo degli Alpini Maurizio Fiorentini ha voluto evitare che, come successe nel 1970 in occasione della diversa sistemazione sulla piazza del monumento, si scatenassero polemiche e fazioni. La lettera, che invitava a esprimere il proprio parere, elencava anche i lavori previsti: sostituzione dell’attuale terriccio all’interno del recinto con una pavimentazione in pietra levigata; pulizia e stuccatura della scultura; adeguamento dell’asta della bandiera a livello del pavimento per un più comodo accesso; sostituzione della recinzione in ferro con una struttura più leggera e armoniosa aperta su un lato; catenella e paletti per lasciare libero lo spazio davanti al monumento. A esprimersi erano chiamati tutti i residenti maggiorenni, con l’impegno che i lavori sarebbero partiti solo se fosse stata espressa una chiara volontà di maggioranza. Tutti hanno potuto visionare il progetto nella sede degli Alpini ed esprimere la propria votazione in sala civica. «Siamo ampiamente soddisfatti per il risultato ottenuto», commenta il capogruppo Fiorentini, che si è alternato al seggio con Moreno Fiorentini, presidente della Pro loco, Ilario Fiorentini, Damiano e Serena Grossule e Sonia Vicario, «ora c’è solo da rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro». È già partita dal capogruppo una richiesta al consigliere di zona Pierino Vanti, e per conoscenza alla sezione Ana di Verona e ai gruppi Valpatena-Lessinia centrale, per poter organizzare per la seconda domenica di agosto l’adunata di zona del 2022, ricordando le scadenze del centenario del monumento e del quarantesimo di fondazione del gruppo di San Francesco. Il monumento è opera dello scultore cerrese Eugenio Prati ed è uno dei primi della nostra Provincia dedicati ai Caduti della Grande guerra, come è riuscito a ricostruire in maniera documentata lo studioso e ricercatore Angelo Andreis, autore di una saggio sul tema e di un bel volume. L’idea partì dal rettore della parrocchia don Agostino Trettene e il 21 marzo 1919 i capifamiglia elessero un comitato che iniziò a operare raccogliendo le offerte. Sul modello presentato dallo sculture si pattuirono 6mila lire, a cui il Comune concesse un modesto contributo un anno dopo la conclusione dell’opera, quando arrivò a costare il doppio per modifiche che erano state richieste, come il raddoppio del basamento. Per questo furono usate pietre locali, scavate durante l’inverno e trasferite a febbraio su slitte fino in piazza. Il 13 agosto 1922 alcuni residenti scesero fino a Tombetta con un carro trainato da due muli e un cavallo per ritirare nello studio dell’artista la statua che pesava ben 23 quintali. in attesa della conclusione dei lavori per il basamento fu parcheggiata sotto un portico di località Linte, vicino al paese e fu poi collocata e inaugurata il 17 settembre. La posizione originaria era a fianco della chiesa, accanto all’edificio oggi di proprietà comunale, adibito a sala civica e sede del Gruppo Alpini. Con lo sviluppo della motorizzazione e il traffico sempre più crescente, il posto si rivelò pericoloso e fu quindi deciso lo spostamento, sempre sulla piazza, ma dietro l’abside della chiesa, in una posizione meno visibile, cosa che non mancò di suscitare polemiche. Sul monumento sono riportati i nomi dei sedici eroi della Grande guerra, quando il paese contava appena 500 abitanti, suddivisi per: morti combattendo; morti in prigionia; dispersi e morti di malattia. Furono 89 i reduci, alcuni mutilati. La scultura marmorea è fra le meglio riuscite dell’artista per armonia e significato: raffigura una giovane donna (la Patria) che tiene puntato al cielo un gladio e avvolge sotto il suo mantello e protegge alle spalle con uno scudo un fante dallo sguardo fiero volto verso l’orizzonte. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Vittorio Zambaldo

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