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Recinti elettrici
anti predazione
«Spariti i lupi»

L’assessore regionale  all’Agricoltura, caccia e pesca Giuseppe Pan accanto a un recinto anti lupi FOTO PECORA
L’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca Giuseppe Pan accanto a un recinto anti lupi FOTO PECORA
L’assessore regionale  all’Agricoltura, caccia e pesca Giuseppe Pan accanto a un recinto anti lupi FOTO PECORA
L’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca Giuseppe Pan accanto a un recinto anti lupi FOTO PECORA

Dieci recinti elettrici posati da metà agosto a oggi; 25 ettari di Lessinia recintati da Campostrini di Sant’Anna d’Alfaedo ai Pagani di Selva di Progno. Trenta chilometri di filo elettrico e nessuna predazione da lupo dopo l’installazione, anche in allevamenti che prima erano stati oggetto di predazioni plurime.

È il risultato confortante che l’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca Giuseppe Pan ha potuto illustrare nella sede di Parco e Comunità montana della Lessinia agli organi di informazione, ai rappresentanti degli allevatori e ai sindaci, facendo il punto della situazione, introdotto dal commissario Stefano Sisto con un breve excursus sulle attività svolte dal Parco in materia di sopralluoghi, monitoraggio, report, compilazione della documentazione amministrativa per gli indennizzi, partecipazione a serate divulgative.

«TORNO per parlare di lupi e come vedete non mi sottraggo al confronto», è stato l’esordio dell’assessore, che in effetti non è mai mancato quando ha annunciato la sua presenza e ha dimostrato concretezza e coerenza, mantenendo quando promesso, come gli riconoscono in tanti, dagli ambientalisti come Angelo Mancone di Legambiente al comandante provinciale del Corpo forestale dello stato Isidoro Furlan.

«Il tanto vituperato progetto Life WolfAlps ci ha quantomeno fornito 560mila euro di cui 430mila dall’Unione Europea per avviare azioni importanti di prevenzione e di messa in sicurezza degli allevamenti», ha premesso Pan, che ha incaricato il biologo Renato Semenzato di percorrere il territorio, parlare con gli allevatori, riportare le loro esigenze. «Insieme abbiamo visitato i luoghi del Piemonte e dell’Appennino dove la presenza del lupo è atavica e ci siamo confrontati con gli allevatori del posto. Di qui la decisione di posare i recinti su richiesta dei nostri allevatori, totalmente a carico della Regione. Finora i risultati ci danno ragione: dove ci sono i recinti le predazioni sono sparite», ha riconosciuto Pan. Che ha portato una seconda buona notizia: «Domani in giunta regionale si approverà una delibera che indennizza tutte le predazioni avvenute finora nel 2016 e le sei che erano rimaste fuori da un precedente contributo del 2015: in tutto sono 38mila euro. La Regione sborsa anche per la prima volta 850mila euro per i danni da fauna selvatica e dei grandi predatori», ha osservato Pan.

SEMENZATO ha raccontato che il primo recinto è stato posato in Malga Fraselle per un gregge di pecore, e nonostante la presenza dei lupi, c’è un solo caso accertato di predazione avvenuto per un animale rimasto all’esterno del recinto. A Malga Malera di Sopra ha dormito anche in tenda con il naturalista Mattia Colombo «per essere di sostengo anche emotivo all’allevatore che aveva subito tre predazioni in serie. In tre giorni abbiamo installato i dissuasori che finora hanno funzionato egregiamente. Ci muoviamo sempre su indicazione degli allevatori: sono loro a dirci dove intendono collocare il recinto, sono loro a conoscere le esigenze dei propri animali. La cosa funziona e sono loro stessi a chiamarci con il passaparola», ha rivelato il biologo.

UN CHILOMETRO di perimetro per 30mila metri quadrati è stato tracciato a Tecchie di Velo, nell’azienda di Roberto Tezza che per protesta aveva portato in fiera a Erbezzo una manza predata la sera precedente. «Grazie alla sua collaborazione abbiamo pulito il tracciato e posato paletti e fili. Sento dire che non si vuole più tornare in alpeggio per paura del lupo, ma è la scelta sbagliata», ha ribadito Semenzato.

Anche dal punto di vista ambientale si è cercato di rovinare il meno possibile la naturalità dell’ambiente: i quattro fili, che raggiungono un’altezza di 120 centimetri, sono montati su paletti verdi in fibra di vetro o anche utilizzando paletti di legno preesistenti che reggevano del filo spinato. Un chilometro di recinto costa 2100 euro solo di materiale: oltre ai quattro fili ci sono i paletti, la batteria che fornisce una corrente di 5 kilovolt e un pannello solare che la mantiene in carica.

Per la mano d’opera l’assessore ha chiesto aiuto alle associazioni e ai volontari per risparmiare sul montaggio e destinare i soldi ad altre opere di prevenzione. Gli allevatori cominciano a richiederli e ai 10 già installati (quattro a Selva di Progno, quattro a Velo, uno ciascuno a Bosco Chiesanuova e a Sant’Anna d’Alfaedo), se ne aggiungeranno nelle prossime settimane altri cinque a San Giorgio e a Campofontana.

Fausto Albi di Purga di Velo che ha avuto un torello di razza pregiata predato lo scorso settembre dietro le case dei Bortoletti, ha voluto il recinto per salvare gli altri capi: «Finora funziona. Non so se sia merito del recinto o perché i lupi se ne sono andati, però non ho più avuto predazioni», ha detto all’assessore Pan che è stato a visitare la sua azienda.

Vittorio Zambaldo

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