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Poste dimezzate in estate Il sindaco su tutte le furie

Claudio Melotti, sindaco di  Bosco Chiesanuova
Claudio Melotti, sindaco di Bosco Chiesanuova
Claudio Melotti, sindaco di  Bosco Chiesanuova
Claudio Melotti, sindaco di Bosco Chiesanuova

rìLa chiamano «rimodulazione delle aperture estive giornaliere e orarie degli uffici postali». Detto più semplicemente, chiusura per 12 giornate, ridistribuite fra luglio (nei giorni 5, 7, 9, 12, 14 e 16) e agosto (per i giorni 9, 11, 13, 16, 18 e 20). È quanto ha stabilito la direttrice della filiale di Verona di Poste Italiane, Sabina Dall’Acqua, con una lettera al sindaco Claudio Melotti, giustificando il provvedimento con la finalità di «garantire un maggior equilibrio tra la fisiologica flessione della domanda dei servizi postali nel periodo estivo e la relativa offerta». Per fortuna Bosco Chiesanuova in particolare, ma tutti i paesi della Lessinia, in estate quantomeno raddoppiano la loro popolazione e quindi la prevista «fisiologica flessione della domanda dei servizi postali» è totalmente fuori luogo e poco vale che la direttrice si preoccupi di specificare subito dopo che «Poste Italiane assicurerà la più ampia e chiara informazione all’utenza delle variazioni di orario e gli uffici postali più vicini aperti, al fine di facilitare l’accesso al servizio». La direttrice ricorda anche la convenzione stipulata dall’azienda con l’Arma dei carabinieri, incaricati del ritiro in ufficio e della consegna a domicilio della pensione per tutti gli aventi diritto, di età pari o superiore a 75 anni, e che ci sono diverse possibilità di usufruire dei servizi online per l’invio di corrispondenza e pacchi, pagamento dei bollettini e gestione del conto corrente. La risposta del sindaco Claudio Melotti è partita immediata il giorno successivo l’arrivo della comunicazione di Poste Italiane, chiedendo la revoca del provvedimento e documentando la richiesta allegando i dati Istat relativi al 2019, i quali dimostrano che a fronte di 3.557 abitanti di allora, vi erano ben 1.245 posti letto, in un rapporto con la popolazione del 35 per cento, «senza considerare le presenze giornaliere, non quantificabili, che ammontano a svariate migliaia di persone», osserva il sindaco. Con un rapporto così elevato fa residenti e posti letto disponibili, il Comune di Bosco Chiesanuova dimostra la sua vocazione turistica, carattere confermato perché ben superiore alla quota del 25 per cento indicata come soglia per essere considerati «luoghi turistici» dal decreto del ministero delle Comunicazioni del 28 giugno 2007 (cosiddetto decreto Gentiloni) in cui, all’articolo 2, sono esplicitamente citati i criteri per la rimodulazione fra i quali, il principale, avverte che non si può applicare nessuna riduzione nel caso di uffici postali che siano presidio unico del territorio di Comuni con popolazione uguale o inferiore a 5mila abitanti. «Quanto all’invarianza o aumento delle operazioni postali nel periodo estivo, rispetto ai restanti mesi, sulla base dei dati registrati per l’anno precedente», il sindaco Melotti rimanda la verifica alla direzione di pertinenza. «È doveroso segnalare che la chiusura estiva del servizio, anche per poche giornate, recherebbe un grave disservizio ad un Comune nel quale il notevole incremento di presenze, proprio in questa stagione, richiederebbe invece un suo potenziamento e non certo una riduzione di orari e aperture», osserva Melotti. «Abbiamo di fronte l’abbandono generale dei piccoli Comuni, anche quando diventano meno piccoli», è il commento amaro del sindaco, anche alla luce degli impegni presi pubblicamente a Roma, già a partire dal 2018, dall’amministratore delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante, per sostenere e incentivare la presenza degli uffici postali nei piccoli Comuni: erano dieci impegni inderogabili, il primo dei quali si imponeva di non chiudere nessun ufficio postale e l’ultimo, ironia della sorte, di «rafforzare il presidio degli uffici postali nei centri turistici». Promesse da marinaio, o da postino?•.

Vittorio Zambaldo

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