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La nomina

Menegazzi nuovo presidente del Parco della Lessinia: «Zaino pesante, ma da buon alpino ce la farò»

Giuliano Menegazzi: è il nuovo presidente del Parco della Lessinia
Giuliano Menegazzi: è il nuovo presidente del Parco della Lessinia
Giuliano Menegazzi: è il nuovo presidente del Parco della Lessinia
Giuliano Menegazzi: è il nuovo presidente del Parco della Lessinia

È Giuliano Menegazzi, 46 anni, perito agrario di Erbezzo, allevatore e membro del direttivo dell’Associazione per la promozione e la tutela della pecora Brogna, il nuovo presidente del Parco naturale regionale della Lessinia.

È affiancato da un direttivo in cui oltre ai due nomi già noti perché scelti dalla Comunità del Parco, e cioè Silvia Marcazzan di Coldiretti in rappresentanza del settore primario e Daniele Zivelonghi, sindaco di Fumane, si aggiungono quelli di Massimo Sauro, presidente della Riserva alpina di caccia di Bosco Chiesanuova, già impegnato in amministrazione nel proprio Comune e Marco Antonio Cappelletti, sindaco di Selva di Progno.

Sono stati tutti nominati con decreto del presidente regionale Luca Zaia, firmato nella giornata di ieri. La novità in assoluto è il presidente Giuliano Menegazzi, che dopo un mandato in amministrazione come consigliere comunale a Erbezzo, si è dedicato completamente come tecnico all’associazione della pecora Brogna e al progetto portato a buon fine con il riconoscimento ministeriale degli Alti pascoli della Lessinia inseriti nel registro nazionale dei territori rurali storici. Un grande lavoro di ricerca e coordinamento di diverse professionalità, che ha ricevuto riconoscimenti e complimenti.

«È uno zaino bello pesante da portare, questo nuovo incarico, ma da buon alpino conto di arrivare alla meta. Mi conforta la fiducia del presidente Zaia, il buon lavoro fatto dal mio predecessore Raffaello Campostrini, e il fatto che siamo una squadra giovane, ben affiata e volonterosa, anche con importanti bagagli di esperienza. Diciamo che c’è la possibilità di lavorare bene e che questa possibilità va maturata nel tempo». A due giorni dalla tragedia di Malga Preta di Sotto, nel territorio del Parco, dove hanno trovato la morte due bambini che giocavano sul tetto della vecchia giassara della malga, il pensiero del presidente Menegazzi, papà di una bimba quasi coetanea, non può non andare alle loro famiglie, ma anche spingersi a una considerazione: «È purtroppo il segno di un territorio che soffre l’abbandono e il degrado e per contrastare questa china il Parco deve fare la sua parte». «Dobbiamo partire dalle fondamenta perché il Parco che era gestito dalla Comunità montana non c’è più e il nostro compito è creare un ente che ancora non c’è perché ha ancora il suo statuto da scrivere. Deve essere ricostruito in tutto, dagli edifici ai dipendenti per avere l’autonomia e la capacità di gestione che merita», aggiunge. Il primo passo sarà quindi quello di mettere in piedi lo strumento che ad oggi ancora manca: «Siamo in grave ritardo con l’estate già avviata. Come direttivo ci confronteremo con il commissario liquidatore della Comunità montana e con tutti i sindaci interessati. Interlocutore privilegiato saranno gli uffici regionali per concordare assieme i prossimi passaggi», annuncia il neo presidente.

La volpe di vecchio pelo del direttivo è Marco Cappelletti, già assessore al Parco nei primi anni Novanta: «Continua la fiducia della Regione sulla mia persona per essere voce rappresentativa all’interno del Parco. Ringrazio il presidente Zaia per la nomina e mi metto a servizio dei cittadini e delle istituzioni, raccomandando ai nostri consiglieri regionali di fare la loro parte per il nostro territorio», confida Cappelletti.

La più giovane è invece Silvia Marcazzan, 37 anni, allevatrice di San Giovanni Ilarione dove gestisce con la famiglia l’agriturismo La Pietra Nera: «Saranno cinque anni di lavoro duro, da fare in squadra», prevede.

Al nuovo esecutivo del Parco arrivano gli auguri del consigliere regionale Stefano Valdegamberi: «Auguro un proficuo lavoro che sappia conciliare le ricchezze naturalistiche, paleontologiche, etnico-linguistiche e architettoniche di un territorio unico al mondo con le esigenze di chi vive in simbiosi con questo territorio, in primis gli agricoltori e allevatori». «Sono questi i custodi e operatori ecologici che mantengono vivo questo stupendo angolo del pianeta», conclude Valdegamberi. .

Vittorio Zambaldo

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