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Parco della Lessinia, appello a Zaia

Il Parco della Lessinia come diventerebbe con il taglio delle aree indicate in rosso
Il Parco della Lessinia come diventerebbe con il taglio delle aree indicate in rosso
Il Parco della Lessinia come diventerebbe con il taglio delle aree indicate in rosso
Il Parco della Lessinia come diventerebbe con il taglio delle aree indicate in rosso

La proposta di legge regionale firmata dai consiglieri Enrico Corsi, Alessandro Montagnoli e Stefano Valdegamberi, che istituisce le zone contigue o di pre-parco individuandole nei vaj della Lessinia, che quindi sarebbero al di fuori dell’area protetta vera e propria all’interno della quale invece oggi sono compresi, è per l’associazione Lessinia Europa una proposta inconcepibile. «Il Parco della Lessinia, a trent’anni dalla sua istituzione, appartiene ormai all’immaginario collettivo di tutti i veronesi. Oggi non siamo nel 1969 dell’espansione industriale ed edilizia, ma nel 2019, anno nel quale dobbiamo porci il problema di ampliare le aree protette, non di ridurle, di piantare nuovi alberi, non di tagliarli, di favorire e tutelare ciò che è rimasto del nostro territorio naturale, non di cancellarlo», dicono i due portavoce del l’associazione, Emanuele Napolitano e Tomaso Bianchini. Secondo Lessinia Europa «tale necessità è oggi ancora più viva che nel 1990, quando venne istituito il Parco naturale regionale della Lessinia, cresciuto nell’immaginario collettivo di tutti a discapito di un’amministrazione inadeguata e commissariata». Definiscono la proposta di legge regionale di modifica dei confini e di riduzione dell’area protetta «contro ogni logica e totalmente “fuori tempo”; una improvvida proposta di legge regionale che punta a minare il Parco, riducendone i confini storici, caso unico nel panorama nazionale, e attenuando la normativa di tutela, a compimento di un percorso iniziato tre anni fa». Secondo Lessinia Europa, «le aree contigue o di pre-parco all’interno del perimetro del Parco, con un pasticcio linguistico insostenibile, per precisare oggi che le medesime aree vengono escluse dal perimetro del Parco stesso. Si tratta di un gioco di prestigio degno della peggior politica, che nessun cittadino comune può comprendere, nel quale le parole stesse vengono forzate al di là del loro significato etimologico, per rendere plausibile qualunque cosa, ossia il taglio del Parco». «Che senso ha indignarsi dei roghi in Amazzonia, a migliaia di chilometri di distanza, e dei cambiamenti climatici che stravolgono le nostre stagioni, se le nostre iniziative politiche, così pervicacemente perseguite ormai da tre anni, sono finalizzate, al contrario, a ridurre e indebolire i nostri stessi Parchi, così come avviene appunto in Amazzonia e non certo nell’Europa occidentale di cui facciamo parte?», si chiedono Bianchini e Napolitano, «Sarebbe certo più coerente rafforzarli, dotandoli di una struttura amministrativa rinnovata, in grado di vedere nel nostro Parco un vanto per la Lessinia e per il Veneto». Concludono con un appello «ai rappresentanti regionali perché prevalga il buon senso e venga trasversalmente respinta questa iniziativa fuori tempo massimo, così come è avvenuto per il Parco dei Colli Euganei a Padova, anch’esso posto sotto assedio tre anni fa, ma oggi salvaguardato nei suoi confini storici. Il Veneto non si dovrebbe dotare del triste primato di essere l’unica regione che anziché ingrandirli, riduce i Parchi per legge. Verona e i Lessini non sono in Amazzonia e il presidente Zaia, a cui ci appelliamo, non è Bolsonaro: custodiamo il nostro Parco». •

Vittorio Zambaldo

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