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Oltre il mito del Baldo c’è una flora da scoprire

La Saxifraga oppositifolia, endemica altrove, è rara nella nostra provincia
La Saxifraga oppositifolia, endemica altrove, è rara nella nostra provincia
La Saxifraga oppositifolia, endemica altrove, è rara nella nostra provincia
La Saxifraga oppositifolia, endemica altrove, è rara nella nostra provincia

Mancava, e se ne sentiva il bisogno, un libro come quello scritto a quattro mani e pure a quattro piedi - in questo caso è nota di merito, perché frutto di lunghe e costanti camminate in Lessinia - da Luciano Costantini e Maurizio Trenchi: Flora della Lessinia e del Carega, 640 pagine, con centinaia di foto a colori, realizzata con cura e bella veste editoriale da Cierre Grafica. Costantini, appassionato naturalista, è autore con Lil De Kock del fortunato volume bilingue italiano-tedesco Flora del Monte Baldo, premiato con il Cardo d’argento nel 1994. Trenchi, laureato in Scienze forestali, è autore di pubblicazioni in campo agrario, studioso di entomofauna e flora della Lessinia. Il volume raccoglie i nomi e 936 illustrazioni delle 1.340 specie citate, divise per ambienti (umidi, rurali e coltivi, prati, boschi, pascoli, rocciosi), ed è corredato di simboli che ci dicono se si tratti di pianta protetta, tossica o mortale. Per ogni pianta illustrata uno specchietto riassuntivo indica la famiglia di appartenenza, il nome scientifico e quello in italiano, una descrizione dell’habitat col limite altimetrico in cui si trova e il periodo di fioritura, con eventuali note. Completa il lavoro, il disegno enciclopedico della flora delle nostre montagne voluto dal Comitato Gruppi alpinistici veronesi. Un’opera meticolosa nella quale gli autori hanno condensato decenni di vita, foto e camminate e tre anni e mezzo di lavoro. «Il mito botanico che da secoli contraddistingue il Monte Baldo ha lasciato in ombra la Lessinia», scrive nella presentazione Filippo Prosser, conservatore della Fondazione museo civico di storia naturale di Rovereto, «ma quest’opera colma un’evidente lacuna. La Lessinia è la propaggine meridionale di tutte le Prealpi, non costituisce una barriera brusca e favorisce il concentrarsi delle piogge sulla zona sommitale del Carega, circostanze che favoriscono un clima insolitamente caldo e asciutto per una catena alpina, con specie mediterranee che non si trovano neanche nell’area gardesana. Ha per questo il vantaggio di non essere mai stata glacializzata e potrebbe essere la spiegazione della presenza di specie endemiche di pregio come la Campanula petraea nelle zone inferiori e la Primula recubariensis nelle sommitali». «In Lessinia non ci sono endemismi ristretti (cioè presenti solo qui) come sul Baldo», aggiungono gli autori, «però ci sono molte più specie rare: Isopyrum thalictroides è ad esempio presente solo in Lessinia per il Veronese; Eranthis hyemalis, Saxifraga oppositifolia, Corydalis solida, Primula recubariensis e Saxifraga burseriana, tutte rare per la nostra provincia, mentre sono endemismi di Baldo e Lessinia la Campanula petrea e Jovibarba globifera subspecie lagariniana». La ricerca offre a tutti, anche ai profani, la chiave per aprire l’armadio della curiosità con l’obiettivo di conoscere per rispettare. Non è un trattato di botanica, ma una guida escursionistica ed educativa: «Ci ha spinti il fine di dare agli appassionati della natura e agli escursionisti uno strumento di facile consultazione, in grado di accompagnare i più volonterosi nella conoscenza della flora», scrivono gli autori, «con la speranza di fornire uno strumento per avvicinare le persone alla montagna con spirito costruttivo, conservativo e contemplativo, perché la natura non è luogo di saccheggio, ma in cui si legano le sorti degli esseri viventi che sono indispensabili per mantenere l’equilibrio ecologico della montagna». «C’è qui tutta la mia storia», aggiunge Costantini, «da quando sono partito 50 anni fa con la mia prima macchina fotografica per cogliere il bello e capire che cosa fosse». «Abbiamo evitato di indicare i siti dove le specie si trovano per evitare vandalismi e raccolte indiscriminate», spiega Trenchi, annunciando che la ricerca continua con le scoperte su questa molteplicità di specie stupefacente. •

Vittorio Zambaldo

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