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Nevicata no stop, gli abitanti spalano

Bosco Chiesanuova: il tentativo di rimuovere la neve che ha completamente ricoperto un veicolo
Bosco Chiesanuova: il tentativo di rimuovere la neve che ha completamente ricoperto un veicolo
Bosco Chiesanuova: il tentativo di rimuovere la neve che ha completamente ricoperto un veicolo
Bosco Chiesanuova: il tentativo di rimuovere la neve che ha completamente ricoperto un veicolo

Sarà anche romantico, ma vivere e lavorare in un ambiente innevato, magari in situazione di Covid-19, con tutte le conseguenti normative, lascia poco spazio ai sogni e molto alla fatica, come testimoniano i residenti di Giazza. Da una settimana e volontariamente puliscono le stradine interne della loro frazione. La piccola fresa comunale che poteva aiutarli è rotta e il lavoro lo stanno facendo a mano una decina di volontari e volontarie. «Non c’è nessun coordinamento, in realtà», spiega Barbara Lucchese, «e ognuno inizia davanti alla porta di casa propria. A mano a mano ci si allarga, ascoltando le richieste di aiuto che arrivano dai vicini, dalle persone più anziane che non possono uscire di casa e non sono certo in grado di aiutarti. Un tempo eravamo in tanti, ma con il passare degli anni, ci siamo ridotti a pochi. Sabato sera è anche piovuto e la neve è ora più pesante e dove è stata spalata si crea il ghiaccio, che è anche più pericoloso». NEI GIORNI SCORSI gli abitanti si sono anche adoperati per spalare sul piazzale dove il bus Atv di linea con Verona non riusciva a far manovra per ritornare in città.Un metro e mezzo è la neve caduta sulla frazione e sulle contrade più alte di Campofontana. Modesto Gugole, titolare dell’Albergo ristorante La montanara, sulla piazza di Campofontana, riconosce che «è la neve che non vedevamo da anni. Le strade provinciali sono pulite, per le altre stanno facendo il possibile», A memoria Gugole ricorda un evento nevoso ben più eccezionale, quello dell’inverno 1985-86, quando, per uscire di casa, dovette utilizzare la porta sul poggiolo del primo piano. Durante quella straordinaria nevicata si bloccò tutta Italia, con collegamenti ferroviari impossibili e aerei a terra. «In quell’occasione caddero molti tetti di capannoni avicoli nella zona di Bolca», ricorda Gugole. POCO PIÙ IN BASSO, a contrada Spagnoletti, Adriana Piazzola, insegnante di scuola dell’infanzia ha la casa chiusa tra un muro di neve: «Peggio ancora è sulla piazza della chiesa. Stanotte sono caduti altre 20 centimetri e quando arriva in contrada lo spazzaneve non sa più dove accumularla». Non c’è nessuna preoccupazione per le scorte: «Viviamo in montagna e siamo abituati a far provviste per periodi lunghi, anche se in verità era da tempo che non si vedeva una nevicata simile». Non è ansiosa per l’isolamento: «Per il momento no. Mi arriverà l’ansia quando dovrò partire alle sette del mattino per arrivare alla scuola dell'infanzia di Bolca dove insegno. Ma per allora spero che le condizioni delle strade siano migliori e abbia anche smesso di nevicare», si augura. Anche nella giornata festiva di ieri i mezzi spalaneve non hanno smesso di operare: «Stanotte a Bosco Chiesanuova sono caduti altri 2-3 centimetri e sono comunque dovuto ripassare su tutte le strade del centro del paese», informa Severino De Silvestri a bordo del suo camion, mentre è impegnato nell’allargare la carreggiata della provinciale che sale a Bocca di Selva. Conferma che fuori dal centro storico il livello della neve raggiunge il metro e un metro e mezzo nelle località più alte. Il dato scientifico arriva dal campo di raccolta di Campolevà, presso San Giorgio, del Servizio Meteomont dei carabinieri forestali: 137 centimetri di neve caduta di cui una ventina di centimetri solo nella giornata di sabato. Marco Melotti, titolare del rifugio Bocca di Selva, è sul posto a sgomberare neve, perché il rifugio è chiuso per i clienti: «Abbiamo aperto la strada con la turbina e stiamo pulendo i piazzali dei parcheggi. Neve ce n’è tanta, ma resta un’incognita la stagione dello sci. Teoricamente dal 7 gennaio riapriamo le piste di fondo, non sappiamo ancora se interamente o solo in parte, perché non sarà facile affrontare un simile innevamento, ma d’altra parte è meglio così piuttosto che non averne», riconosce. AL CENTRO FONDO di Conca dei Parpari, gestito dallo sci club Roverè è stato aperto un anello di tre chilometri per permettere gli allenamenti degli giovani atleti dello Ski Team Lessinia. «Stiamo battendo continuamente il tracciato per garantire ai ragazzi la possibilità di allenarsi e anche per tenere la neve a terra in modo che indurisca. Finalmente, dopo tanti anni, riusciamo a battere anche il tracciato di 10 chilometri. Le strade per arrivare sono pulite perfettamente, adesso dovrebbe solo smettere di nevicare», spera il presidente Gianni Segala. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Vittorio Zambaldo

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