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Neve e sole, aria di pienone ai rifugi

Sciatori, fondisti ed escursionisti sulla neve sulla TranslessiniaIl sindaco Claudio Melotti
Sciatori, fondisti ed escursionisti sulla neve sulla TranslessiniaIl sindaco Claudio Melotti
Sciatori, fondisti ed escursionisti sulla neve sulla TranslessiniaIl sindaco Claudio Melotti
Sciatori, fondisti ed escursionisti sulla neve sulla TranslessiniaIl sindaco Claudio Melotti

Cielo sereno, tante neve gelata e fresca (30 centimetri aggiunti nell’ultima precipitazione dei giorni scorsi) e temperature rigide fanno dell’Alta Lessinia la meta più sognata per questo fine settimana. Facile prevedere il tutto esaurito nei rifugi, anche perché le norme anti-Covid hanno drasticamente tagliato i posti a sedere all’interno e la possibilità di aggregazioni all’esterno. Farà freddo, con le massime sempre sotto lo zero e nella notte le minime toccheranno i – 16 °C, ma per gli amanti dell’inverno, della neve e dei suoi panorami mozzafiato questo più che un ostacolo è un invito a uscire. «I posti sono ridotti, drasticamente, sia dentro che fuori», annuncia Alberto Leso, del rifugio Malga Malera, a una ventina di minuti a piedi dai piazzali di Malga San Giorgio, «ma come abbiamo sempre fatto, cercheremo di servire al meglio i nostri clienti con il servizio da asporto. Tutti i turni all’interno sono al completo da giorni e nel limite del possibile serviamo tutti», assicura. Stesso scenario a Malga Moscarda, dove il titolare Michele Tupini si è organizzato con il proprio staff per due turni ai tavoli (22 posti per turno già tutti prenotati) alle 12 e alle 14. «Apriamo la cucina alle 11 e cominciamo a servire i primi che si presentano e continueremo a farlo fino alle 16,30. Chi ha prenotato potrà sedersi, per tutti gli altri ci sarà posto all’esterno, ma non negheremo un piatto caldo a nessuno», promette, «perché la nostra filosofia è di accogliere tutti a braccia aperte, chiedendo un po’ di pazienza e accettando il bello e l’imprevisto di una stagione così magica». Se questi sono rifugi tutto sommato abbordabili arrivandoci nei pressi in auto o con pochi minuti di camminata, diverso l’approccio a mete più impegnative come il Carega. L’unico aperto nel è il Rifugio Passo Pertica raggiungibile solo a piedi dopo aver lasciato l’auto poco prima del ponte in località Lago Secco. Troppa la neve caduta, fino a due metri, per azzardare l’apertura della strada fino al Rifugio Boschetto o Revolto, dove arriverebbe la carrozzabile. «Fin qui si arriva a piedi con buoni scarponi», dicono i gestori del Pertica, «da qui in su servono picozza e ramponi». Il rifugio è aperto con servizio bar e cucina, «ma non accettiamo prenotazioni: la cucina fa servizio dalle 12 alle 15 a quanti si presentano», aggiungono, raccomandando prudenza perché se con il sole la neve è morbida, nelle zone d’ombra resiste l’insidia del ghiaccio, da affrontare sempre attrezzati e con esperienza. La viabilità è assicurata da una buona pulizia delle strade lungo le arterie provinciali, nonostante le ultime nevicate e il gelo da affrontare sempre con la massima cautela. I parcheggi sono stati puliti e ricavati dove era possibile, compatibilmente con la mole di neve caduta negli ultimi due mesi. L’attesa è per il classico fine settimana da tutto esaurito, «e ci auguriamo che i visitatori siano tantissimi», esordisce il sindaco di Bosco Chiesanuova Claudio Melotti, «ma non uno in più di quelli a cui possiamo garantire servizi adeguati e l’indispensabile sicurezza. Non ho al momento preoccupazioni di questo genere, ma se la situazione dovesse precipitare, dovrò intervenire ordinando il blocco degli accessi», avverte. «Mi auguro, come altri colleghi sindaci, che tutti rispettino le regole, quelle stesse che ci stanno consentendo di avere in questo momento un solo contagiato in tutto il nostro Comune, risultato che abbiamo ottenuto con poche e semplici precauzioni, da mettere in atto particolarmente nei parcheggi e nei rifugi dove è inevitabile ci sia presenza di più persone nello stesso momento». «Siamo solo felici che la gente salga in Lessinia, non solo per dare ossigeno alla nostra economia, ma anche per un senso di solidarietà con quanti altrimenti sarebbero costretti nel perimetro delle mura di casa anche durante i giorni di riposo, mentre fuori ci sono un paesaggio fantastico e metri di neve. Facciamo in modo da non creare situazioni di pericolo. Sono sicuro che non avverrà», conclude Melotti, «basterà essere attenti alle precauzioni che adottiamo tutti i giorni». •

Vittorio Zambaldo

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