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Nel parco un tesoro con le ali: 247 specie

Un rapace fissa l’obiettivo di Maurizio Sighele, presidente dell’associazione Verona Birdwatching
Un rapace fissa l’obiettivo di Maurizio Sighele, presidente dell’associazione Verona Birdwatching
Un rapace fissa l’obiettivo di Maurizio Sighele, presidente dell’associazione Verona Birdwatching
Un rapace fissa l’obiettivo di Maurizio Sighele, presidente dell’associazione Verona Birdwatching

È un piccolo tesoro di biodiversità la Lessinia che esce dalle 46 pagine dell’ultimo Resoconto ornitologico del Parco della Lessinia presentato al Museo civico di Storia naturale di Verona. È il risultato delle segnalazioni raccolte dalla rete dell’associazione Verona Birdwatching, dal servizio guardaparco, dai carabinieri forestali, dalla polizia provinciale e da appassionati, escursionisti, fotonaturalisti e residenti. Agli inizi, risale al 2006 la prima edizione del rapporto, come ha ricordato Maurizio Sighele, presidente di Verona Birdwatching, «si erano contate 107 specie, diventate 247 nel 2017. Tra le segnalazioni più interessanti del 2017 c’è la Pantana (Tringa nebularia) un limicolo, cioè un uccello che abita luoghi fangosi e paludi, nidificante in Scandinavia e Russia e svernante in Africa, osservabile nella nostra provincia nel periodo migratorio primaverile e nella zona delle risaie. Con la sua presenza sono ben 189 le specie segnalate in Lessinia dal 2006 al 2017, 44 delle quali nuove, per il 40 per cento irregolari o rarissime, le rimanenti nidificanti. Altra novità presente nel rapporto è la nidificazione del germano reale, con una mamma seguita da 8 anatroccoli, osservati per la prima volta in Lessinia in un canneto dentro una pozza d’alpeggio a 1.335 metri di altitudine». SEGNALAZIONI interessanti hanno riguardato la presenza del Grifone, in volo sopra San Giorgio lo scorso maggio; l’Aquila minore, con sole tre segnalazioni negli anni precedenti; Averla capirossa, terza segnalazione in Lessinia di una specie, ormai molto rara, nei 12 anni di resoconti ornitologici del Parco, con due adulti e due giovani a Malga Monticello nel mese di settembre», sottolinea Sighele. Un discorso a parte merita il Grillaio (Falco naumanni) un falchetto migratore che si ciba di invertebrati catturati in volo. Nel 2017 sono stati segnalati ben 120 individui in Lessinia, quando prima era quasi sconosciuto e con rari avvistamenti. «La spiegazione può stare nel fatto che è certificata da alcuni anni la nidificazione nella pianura emiliana, ma si tratta sempre di numeri contenuti che non giustificano una presenza così massiccia in Lessinia», ha spiegato Sighele, propendendo invece per un’altra ipotesi: «Le segnalazioni sono sempre più numerose in periodo post-riproduttivo tra gli ultimi giorni di luglio e settembre, quando probabilmente i grillai, che nidificano in Puglia e Basilicata, si preparano a volare in Africa. Pare che negli ultimi anni, non trovando cibo sufficiente nei propri siti riproduttivi, si spostino verso Nord cercando territori adatti ad alimentarsi e assumere le energie necessarie per la lunga traversata migratoria». Ci sono state anche osservazioni di altre specie sporadiche come falco pescatore, nibbio reale, gru, piro piro piccolo, gufo di palude, ed è confermata la presenza dell’indiscusso simbolo della Lessinia invernale, lo zigolo delle nevi, una grande attrattiva per centinaia di fotonaturalisti, anche se in calo negli ultimi anni con addirittura nessuna segnalazione nell’ultimo inverno che si sta per chiudere. L’incontro sul Rapporto ornitologico del Parco ha concluso l’iniziativa «Sabati con le ali», una serie di quattro conferenze sull’avifauna e sulla natura tenute al Museo di sabato pomeriggio tra febbraio e marzo, a ingresso gratuito, condotte da esperti birdwatcher, ornitologi e naturalisti. La domanda finale di Sighele è stata se ci sarà ancora un Rapporto nei prossimi anni. Ha risposto Diego Lonardoni, direttore del Parco regionale, spiegando che l’ente si sta impegnando a fondo per la compilazione di un catalogo dell’architettura vernacolare della Lessinia, «ma che il passo successivo mi piacerebbe fosse riservato all’avifauna e se toccherà ancora a me questo incarico, mi impegnerò perché si raggiunga l’obiettivo», ha annunciato chiudendo con un augurio di pronta guarigione al guardiaparco Paolo Paricelli che una parte fondamentale ha avuto nella nascita e continua ad avere nella realizzazione dei rapporti annuali. •

Vittorio Zambaldo

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