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Messa in piazza per ricordare i defunti durante il lockdown

Piazza affollata, presenti gli alpini con i gagliardetti e il coro La Frizzolana
Piazza affollata, presenti gli alpini con i gagliardetti e il coro La Frizzolana
Piazza affollata, presenti gli alpini con i gagliardetti e il coro La Frizzolana
Piazza affollata, presenti gli alpini con i gagliardetti e il coro La Frizzolana

Momento religioso e civile sabato sera in piazza Chiesa, a Bosco Chiesanuova, organizzato dall’amministrazione comunale con le parrocchie del territorio per commemorare i concittadini defunti in questi mesi di isolamento che non hanno potuto essere accompagnati dai loro cari durante il ricovero in ospedale e dagli amici e conoscenti nel loro ultimo viaggio verso la sepoltura, per le restrizioni dovute alla prevenzione sanitaria dal contagio da Sars Cov-2. La messa è stata concelebrata da don Lucio e don Paolo parroci delle cinque parrocchie del territorio comunale, e da don Carlo Vinco, originario del paese, celebrazione accompagnata dal coro La Frizzolana, presenti con il folto gruppo degli alpini di Bosco Chiesanuova anche i rappresentanti di tutti i gruppi di Valpantena e Lessinia con i loro gagliardetti. Sono stati infatti gli alpini Pier Carlo Baroni e Flavio Melotti le prime due vittime stroncate dal Covid 19 a pochi giorni di distanza, ma il ricordo si è esteso a tutti coloro che sono deceduti negli ultimi due mesi: Giorgio Benedetti, Bruna Leso, Claudio Mammina, Maria Scandola, Giovanna Tinazzi, Ermenegildo Vinco, Santa Vinco e Marcellina Zanca. «A Bosco ci sono stati 40 contagiati, un dato significativo per un paese di 3.600 abitanti. Abbiamo passato momenti difficili, affrontati in modo aperto», ha detto il sindaco Claudio Melotti al termine della celebrazione, con la voce strozzata e commossa, «e questa piazza piena vuole essere un ringraziamento per loro, per quanti si sono adoperati, e nel contempo esprimere un desiderio di ripartenza». Don Lucio nell’omelia ha sottolineato come la celebrazione avvenga sulla piazza, luogo simbolo dell’incontro fra comunità civile e religiosa e riflettendo sul Vangelo ha richiamato il senso della paura, che deve essere strumento e non padrona, «perché se si impossessa della nostra vita la soffoca. Fiducia e amore sono il suo contrario e aiutano a guardare a ciò che è bene, a un nuovo modo di vivere la vita e noi stessi». Affollata e commossa la piazza dove i fedeli hanno espresso la propria vicinanza ai familiari e gli alpini hanno recitato la loro preghiera, a cui il sindaco ha fatto seguire i nomi delle persone ricordate e il grazie collettivo a quanti in questi mesi si sono prodigati, a partire dai medici di base, da quelli ospedalieri e da tutto il personale sanitario che ha pagato il prezzo più alto. «Un grazie anche alla nostra farmacia i cui titolari sono andati ben oltre quello che a loro sarebbe toccato fare; alla Protezione civile e a tutti i volontari che a vario titolo si sono prestati per dare una mano; alla Croce Verde Lessinia, alla forze dell’ordine a alla polizia locale; al personale e alla dirigenza della casa di riposo e della Piccola Fraternità Lessinia, dove non ci sono stati episodi gravi di contagio; al personale del municipio, a quanti hanno donato per sostenere la solidarietà alimentare; a tutti coloro che hanno messo a disposizione la propria professionalità per sanificare; a tutte le associazioni del paese, agli alpini e al coro, ai miei assessori e a tutti i consiglieri. È una commemorazione doverosa e un grazie sentito dai quali dobbiamo ripartire», ha concluso il sindaco Melotti. Il ringraziamento è venuto anche dai parroci che hanno voluto rendere pubblico anche quello espresso a tutta la cittadinanza dalla casa di riposo per la vicinanza e per il sostegno concreto fornito in questi mesi e don Lucio ha concluso con un appello rivolto a tutti: «Non abbiate alcun indugio a chiedere per qualsiasi cosa abbiate bisogno». •

V.Z.

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