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A Roverè

Maria, falegname a 21 anni
per tenere vivo il sogno di papà

A Roverè
Maria, falegname a 21 anni (Zambaldo)

A 21 anni i sogni si infrangono o si realizzano? Per Maria Caprara Martini il sogno si è realizzato anche se un macigno grosso più della sua casa e dell’attrezzata e moderna falegnameria di papà Claudio a Roverè poteva far franare tutto. La morte improvvisa del genitore, un anno fa, a soli 58 anni per infarto, è uno di quelli eventi destinati a lasciare tracce profonde di dolore. Per Maria, chiamata a uscire di corsa dall’adolescenza è stata invece il gomito che ha cambiato la direzione della sua storia.

 

«Da subito, con papà ancora da seppellire, non mi sono chiesta che cosa avrei potuto fare, ma come avrei fatto, perché ero più che sicura che in questo luogo, tra queste tavole di legno da lavorare e tra queste macchine utensili sarebbe stato il mio futuro». Quarto anno del liceo artistico Nani-Boccioni portato avanti a fatica: «Non era la mia scuola, ma non sapevo come dirlo ai miei. Poi, dopo l’ennesima giornata passata immusonita, otto mesi prima della tragica scomparsa, il fulmine partito dal cuore di papà: «Non sei obbligata a studiare. Puoi lavorare con me se vuoi o cercarti un altro lavoro».

 

Non se lo era fatta ripetere due volte perché era quello che sognava e voleva ardentemente, senza osare chiedere, e la mattina dopo era con lui in falegnameria. Quegli otto mesi di pratica accanto a papà sono stati il toccasana, anche se Maria si limitava a creare piccoli gadget per sé da regalare agli amici: «Non vivevo con il lavoro in falegnameria e nei fine settimana facevo la barista. Poi la morte di papà mi ha convinta che potevo solo fare questa scelta di portare avanti il suo lavoro e quello che era stato del nonno». La partenza non è stata facile ma ha sperimentato con mamma che l’affianca nei lavori più pesanti la solidarietà concreta di tante persone: «Se devo essere arrabbiata con qualcuno lo sono con mio padre, che se ne è andato senza insegnarmi tutto quello che sapeva». E per il futuro? «Ho paura del futuro, perché non so se riuscirò a mantenere vivo questo sogno, però finora ho respirato la bellezza della vita». 

Vittorio Zambaldo

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