È il giorno del dolore, ma anche quello degli interrogativi, dopo la morte di Tommaso Saggioro e Michele Mazzucato, i due bambini di sette anni morti travolti dalle pietre di una ghiacciaia che ha ceduto sotto i loro piedi a Malga Preta, in Lessinia.
I periti della Procura di Verona dovranno capire chi ne era proprietario (gli investigatori sostengono che la pertinenza è di chi gestisce Malga Preta) e soprattutto se fosse stato accertato che la ghiacciaia era in uno stato precario. Nel qual caso ci si chiede come mai nessun cartello o recinto ne limitasse l’ingresso.
«Queste situazioni si trovano anche in altri contesti montani», ha detto all'Ansa Raffaello Campostrini, tra i primi ad accorrere ieri sul luogo della tragedia. Il gruppo era formato da 13 bambini.
«È duro rielaborare e dare un senso a quanto accaduto» ripete Campostrini, che ricorda come anche i soccorritori piangessero per la sorte dei due bambini (altri due sono rimasti feriti, ma non sono in gravi condizioni: «Siamo provati. Ho cercato di esprimere il dolore alle famiglie».
Nel frattempo migliorano le condizioni di salute di altri due piccoli, un maschio e una femmina, che hanno riportato ferite non preoccupanti e che per questo erano stati trasportati in ospedale.
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