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«Lupi, il Life WolfAlps micidiale per chi alleva»

Un lupo: la convivenza tra il predatore e l’uomo in Lessinia è difficile
Un lupo: la convivenza tra il predatore e l’uomo in Lessinia è difficile
Un lupo: la convivenza tra il predatore e l’uomo in Lessinia è difficile
Un lupo: la convivenza tra il predatore e l’uomo in Lessinia è difficile

L’Associazione tutela della Lessinia, che da anni sostiene l’azione degli allevatori dell’altopiano nei confronti della presenza del lupo, e l’Associazione salvaguardia veneta, che abbraccia con identica finalità tutta la nostra regione, intervengono sulla questione dei lupi dopo essere state, per qualche giorno, alla finestra ad assistere «volutamente senza pronunciarci o schierarci, al polverone mediatico sollevatosi in seguito alle dichiarazioni dall’assessore regionale Giuseppe Pan in cui annunciava alcune azioni nei confronti della popolazione di lupo insediatisi da cinque anni in Lessinia e di recente anche sull’Altopiano di Asiago ed in espansione in tutta la Regione».

«Come allevatori, quando il fenomeno era ancora circoscritto alla montagna veronese, abbiamo sempre denunciato che la situazione non fosse sotto il pieno controllo da parte della Regione Veneto e delle autorità competenti, avvisando con largo anticipo che con la diffusione del predatore si sarebbero incontrate difficoltà non superabili con la gestione rappresentata dal progetto Life WolfAlps, dotato di risorse economiche e tecniche assolutamente insufficienti», premettono le due associazioni in un comunicato. «Per questo, in passato, abbiamo fatto proposte di gestione sia per tamponare l’emergenza, con l’attuazione di interventi in deroga, sia a lungo termine con l’avvio di una modifica alle norme di protezione. Queste proposte sono state in buona parte inascoltate, arrivando, come previsto, a una situazione sempre più grave, nonostante la Regione abbia applicato alcuni metodi di prevenzione sul territorio, di portata però irrisoria rispetto alle necessità. Infatti, solo in Lessinia, le predazioni in data odierna sono cinque volte superiori a quelle al medesimo giorno dello scorso anno. I risarcimenti sono in forte ritardo e non è ancora pronto un piano di gestione del lupo che limiti l’espansione senza controllo anche di soggetti che mostrano atteggiamenti che potrebbero essere problematici anche per la sicurezza dell’uomo».

Le Associazioni rurale veneta e Tutela della Lessinia ritengono «ridicole le posizioni di varie associazioni ambientali e animaliste, come Enpa che minaccia di “impugnare il provvedimento e di mobilitare i cittadini a difesa del più grande predatore italiano”, perché senza un’adeguata gestione dei danni di questo predatore, essi ricadono interamente sulle spalle degli allevatori, costretti ad attuare interventi di “prevenzione” che incidono negativamente sul benessere animale e sul reddito dell’attività. Si arriva anche a limitare l’accesso al pascolo, importante per abbattere i costi di conduzione, sopratutto per alcune razze di pecore e vacche in via di estinzione, e che sono parte della tradizione del nostro territorio, puntando all’allevamento estensivo, unica via di sopravvivenza. Forse sarebbe il caso che questa mobilitazione popolare pro lupo, avesse riguardo anche gli allevatori e il patrimonio zootecnico, sempre che non venga considerato da Enpa e associati, di serie B».

«Stiamo lavorando attivamente», concludono le due associazioni, «per proporre alla Regione soluzioni sia di emergenza che strutturali, con un approccio razionale, avulso da ideologismi e che tenga conto anche delle problematiche degli allevatori. Riteniamo che il percorso iniziato con gli annunci dell’assessore Pan debba proseguire, interpellando necessariamente anche gli attori sul territorio, rappresentati anche dalle nostre associazioni, con la costituzione di un comitato di ricerca, specifico per il caso lupo, a cui noi diamo già la disponibilità a partecipare e collaborare».

Vittorio Zambaldo

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