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«Le modifiche all’area? Vietate dalla normativa»

I promotori della Camminata per il Parco della Lessinia di domenica scorsa entrano nel merito delle questioni tecniche che li hanno convinti a chiedere il ritiro del progetto di legge 451 per la modifica dei confini del Parco. «La Regione Veneto non può procedere autonomamente alla modifica dei confini del Parco della Lessinia e all’individuazione delle aree contigue», spiegano, «in quanto agirebbe in contrasto con la legge regionale 30/2016 che prevede che tale modifica possa essere fatta solo nelle more di insediamento dell’ente gestore», cioè quando è nel pieno dei suoi poteri. L’ente gestore del Parco è stato insediato a ottobre, «spetta ad esso eventualmente adottare queste misure, con modalità e tempi previsti dalla legge regionale 12/90, procedendo innanzitutto alla nomina del Comitato tecnico scientifico, unico organismo che può esprimere un parere tecnico a riguardo, e in seguito con la revisione del Piano ambientale o la sua nuova stesura». Ricordano che la legge quadro 394/91 stabilisce che le aree contigue sono facoltative e devono essere individuate all’esterno, non all’interno, degli attuali confini del Parco, d’intesa tra Regione, ente Parco ed enti locali interessati, per tutelare i valori delle aree protette». Il pasticcio nacque con l’aggiunta dell’articolo 9bis alla legge istitutiva del Parco che inserì l’individuazione delle aree contigue all’interno del perimetro dell’area protetta, in contrasto con la legge nazionale. Ma nessuno si prese la briga di opporre ricorso al Governo e scaduti i termini l’anomalia veneta ha oggi forza di legge.

V.Z.

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