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Lav e Valdegamberi, denuncia archiviata

Un lupo; ancora polemiche sulla sua presenza e su come gestirla
Un lupo; ancora polemiche sulla sua presenza e su come gestirla
Un lupo; ancora polemiche sulla sua presenza e su come gestirla
Un lupo; ancora polemiche sulla sua presenza e su come gestirla

Esce indenne, con l’archiviazione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, il consigliere regionale Stefano Valdegamberi, querelato dalla Lav nazionale (Lega antivivisezione) per un post su Facebook ritenuto di minaccia e di istigazione a delinquere. Sotto l’immagine di un lupo sanguinante per la ferita mortale il commento di Valdegamberi era stato: «Il prossimo che troverete in foto sarà uno della Lav». Il lupo era quello rinvenuto ucciso a San Rocco di Piegara, un anno fa, e il commento fu scritto pochi giorni dopo, seguito dalla querela della Lav e dalla solidarietà all’associazione dal mondo ambientalista. Valdegamberi si era giustificato affermando che si trattava di «una battuta, tra l’ironico e il preoccupato, strumentalmente interpretata come una minaccia o un’istigazione a compiere un reato. Chi mi conosce sa benissimo che uso spesso l’ironia e i paradossi per suscitare delle riflessioni, non certo per minacciare o istigare alla violenza». Il giudice ha accolto la sua versione dei fatti e ha archiviato la querela. Ora, passati i termini per un eventuale ricorso dell’associazione, Valdegamberi fa conoscere la notizia e commenta: «È ben lungi da me minacciare chicchessia. Sono pur consapevole che quando le persone sono esasperate da uno Stato che si fa beffa di loro, possono essere indotti ad azioni di autotutela poiché non vedono applicate le deroghe previste dalle stesse direttive europee, che prevedono il contenimento del numero dei grandi carnivori in contesti come quello della Lessinia. In tal caso, l’istigazione a commettere un reato è dello Stato stesso, incapace di tutelare chi vede distruggere la propria attività, per la mancanza di una politica di equilibrio che metta almeno sullo stesso piano la protezione delle attività umane a quelle dei grandi carnivori». Valdegamberi, sul tema delle deroghe e degli abbattimenti, previsti dalla direttiva europea Habitat, prosegue: «Nessuno chiede di eliminare del tutto i lupi, ma di contenerli, soprattutto in territori dove la loro presenza è eccessiva in rapporto ad attività agricole e pastorali presenti da millenni. In Lessinia, dicono gli esperti che esistano almeno tre branchi di lupi, quando secondo gli stessi esperti ne dovrebbe esistere al massimo uno. Perché? Perché trovano abbondante cibo soprattutto dagli animali allevati dall’uomo. Di naturale non c’è nulla. Se non avessimo allevamenti e pastorizia non avremmo nemmeno questo numero di predatori. Portare il giusto equilibrio sarebbe compito della politica, oggi sorda e cieca», incalza il consigliere. Ribadisce che una situazione simile non sarebbe accettata in nessun altro Paese dell’Europa e del mondo. «La stessa Svezia, patria degli ambientalisti presi spesso ad esempio dagli italiani, pone delle regole molto ristrette sulla proliferazione del lupo. Da noi, invece, nulla. Solo schiaffi e mortificazioni per chi è il primo operatore ambientale, l’allevatore». La conseguenza che Valdegamberi adombra è l’abbandono dei pascoli e la morte della montagna: «Sterpi e rovi prenderanno il posto dei bei pascoli del prezioso paesaggio rurale lessinico. Serve equilibrio nel salvaguardare l’ecosistema, a tutti molti caro. Chiediamo, non di essere denunciati se mettiamo in guardia per i rischi che comporta un miope ambientalismo sentimentalista. Chi cura il territorio oggi è l’allevatore e dobbiamo portargli rispetto», conclude il consigliere che invita a copiare da Austria, Svizzera, Svezia, abbandonando «una politica ipocrita che in nome dell’ambiente lo distrugge». •

Vittorio Zambaldo

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