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L'inaugurazione

La nuova vita della Campalani, la ferrata più antica delle Piccole Dolomiti

L'inaugurazione

Per i suoi primi sessant’anni, compiuti l’anno scorso, la più antica via attrezzata delle Piccole Dolomiti, la Ferrata Campalani, si presenta agli appassionati completamente rinnovata. Si sono conclusi infatti i lavori promossi dal Gruppo alpino operaio (Gao) di Verona, che l’ha ideata nel 1956, costruita con un manipolo di ardimentosi volontari e conservata per tutti questi anni, impegnandosi ora a rinnovarla completamente grazie a un contributo economico della Provincia autonoma di Trento, competente per territorio, che ha risposto finanziando con oltre 18mila euro il 95 per cento della spesa ammissibile.

I lavori, che sono stati avviati lo scorso ottobre, hanno richiesto lo smontaggio dell’esistente e il rimontaggio completo della via attrezzata, seguendo lo stesso itinerario ma con materiale del tutto nuovo e rispettoso delle ultime normative europee in materia, cioè un chiodo di fissaggio alla roccia ogni 2,5 metri, anziché ogni 5 o 6 metri e corda tesa anziché lasca. Il progetto, presentato dal Gao a firma del geometra Francesco Cemin, è stato approvato dall’ingegnere Claudio Fabbro, del Servizio turismo e sport della Provincia autonoma di Trento, mentre Marisa Maserati ha seguito tutte le procedure burocratiche e Tullio Simoni e l’ingegnere Luca Biasi, della Società alpinisti tridentini, hanno provveduto ai lavori di installazione dei nuovi materiali, con il supporto dell’elicottero che ha portato in quota tutto il materiale necessario all’intervento.

Un tratto della Campalani
Un tratto della Campalani

 

Il Gao Verona e il suo presidente Andrea Dalla Valle invitano sabato 29 all’inaugurazione della ferrata: l’appuntamento è alle 8.30 al Rifugio Revolto, da dove si partirà per la messa alle 10 alla chiesetta alpina del Rifugio Scalorbi. Al termine è previsto il trasferimento fino all’attacco della Ferrata Campalani per la benedizione della struttura rinnovata e quindi il rientro allo Scalorbi. Qui si potrà partecipare a «Binte: storie e leggende dei Cimbri in Lessinia», concerto di Emanuele Zanfretta, terminato il quale ci sarà un rinfresco per tutti i presenti. L’idea di una via ferrata lungo l’anticima sudest del Carega, che divide il vallone della Teleferica da quello di Campobrun, venne osservando quella parete che anche dopo forti nevicate era sempre ben esposta e libera dalla neve e dal ghiaccio. L’intuizione fu di Nereo Claudio, ufficiale alpino alla Scuola militare di Aosta, che tornato dalla guerra fece l’ispettore del rifugio Scalorbi per il Gao e immaginò il tracciato, coinvolgendo il figlio Ruggero e gli amici Bepi Bonazzi, Antonio Conterno, Renato Nicolis, Vittorio Marangoni, Sandra Righetti e Fernanda Testi. Ci volle un anno di lavoro, esclusivamente manuale e con i mezzi di allora, prima di intitolare l’opera nel 1958 a Carlo Campalani, giovane segretario del Gao, morto tre anni prima. L’idea del Gao di rinnovare la ferrata Campalani è stata sostenuta dal presidente Andrea Dalla Valle, che ha dovuto scalare una montagna di carte prima di riuscire a piantare il chiodo in parete. «È una realizzazione storica del nostro sodalizio, di cui siamo orgogliosi e oggi anche fieri di poterla consegnare rinnovata alle future generazioni di appassionati. Contiamo che aiuti a riappropriarsi della montagna nel rispetto che merita», anticipa Dalla Valle. •

Vittorio Zambaldo

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