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«La mia Kira avvelenata Non fate il suo percorso»

Kira (a destra) e Dora, femmine di Dobermann: la prima è morta
Kira (a destra) e Dora, femmine di Dobermann: la prima è morta
Kira (a destra) e Dora, femmine di Dobermann: la prima è morta
Kira (a destra) e Dora, femmine di Dobermann: la prima è morta

È stata una morte tremenda quella di Kira, giovane femmina di Dobermann, come tutte le morti per avvelenamento, ed è servito a poco che il suo amico, con il quale aveva appena passato due ore felici nei boschi, sia anche medico e sappia come intervenire in situazioni disperate: «Purtroppo è stato tutto così veloce, dal momento in cui si sono presentate le convulsioni, che non ho potuto far altro che assistere al disperato addio di Kira alla vita e alla nostra amicizia», commenta Antonio Zocca, per trent’anni medico all'ospedale di Bussolengo e oggi medico di famiglia. «Come spesso facciamo il primo maggio eravamo a Cerro a casa di mia suocera e ne abbiamo approfittato per portare i nostri due cani, Kira di 3 anni e mezzo e Dora di un anno, entrambe di razza Dobermann, a scorrazzare per boschi e prati del paese. Conosco la zona perché la frequentiamo spesso, so quando tenere i cani al guinzaglio e quando posso dare loro la libertà di muoversi in autonomia, ma certo non mi aspettavo di dovermi confrontare anche con un pericolo simile», aggiunge il dottor Zocca. Ricostruisce puntigliosamente il percorso fatto quella mattina: «Da via Valpantena siamo scesi ai campi sportivi dove abbiamo preso il sentiero per le contrade Maso e Carbonara e da lì per la Madonnina della Sengia, proseguendo poi per Cavazze e Lonico prima di tornare ai campi sportivi e a casa. Un itinerario di circa due ore su sentieri ben segnalati e senza pericoli. Li conosco perfettamente e so quando devo tenere a bada i cani perché sono in prossimità di case o contrade o di altri cani e quando posso dare loro la libertà di muoversi», aggiunge. IL TEMPO DI CARICARE i due animali in auto e di tornare a Bussolengo è stato sufficiente perché cinque minuti dopo l’arrivo a casa Kira manifestasse difficoltà respiratorie, cominciasse a sbavare, ad avere crisi epilettiche e convulsioni: «Ho capito al volo di che cosa si trattasse, ma non sono riuscito a impedire il tragico epilogo», aggiunge Zocca sconsolato. Kira era anche un animale addestrato: «Sono cani impegnativi e ho preferito che avesse una rigida formazione per quanto riguarda l’obbedienza, strada che seguirà anche Dora quando avrà l’età per cominciare. Dispiace per quello che si è perso: un affetto, una compagnia, dei soldi impegnati per la sua educazione, ma non è questo il problema», precisa Zocca, «e neanche quello di una vendetta verso chi è responsabile di un gesto così odioso e criminale, ma piuttosto di salvare altre vite perché denunciando l’accaduto non succeda che altre persone ignare portino i loro animali a passeggio in quei luoghi». È già stata fatta denuncia alla polizia locale e al sindaco per gli opportuni provvedimenti a salvaguardia della salute pubblica, nonché al comando dei carabinieri forestali. Il figlio Federico ha postato su Facebook, accanto alle foto dei due animali insieme, il saluto a Kira e un appello: «Ogni persona che possiede un cane sa in cuor suo che quella creatura non sarà mai solo un semplice animale. Soprattutto per i miei genitori, fieri come non mai di questi due splendidi esemplari di Dobermann. Ho sempre pensato che la violenza e l'ignoranza debbano essere sempre combattute con l'intelligenza. E continuerò a pensarlo, nonostante la rabbia. Il mio sfogo non vuole essere una condanna, ma una speranza. La speranza che la morte di Kira non sia stata vana, e che le nostre segnalazioni possano salvare anche solo una vita in più. Alla nostra cagna purtroppo questa possibilità non è stata concessa. Quindi se notate qualcosa di strano, segnalatelo». •

V.Z.

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