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Due lutti per il virus

La Lessinia piange
Flavio e Pier Carlo,
alpini «andati avanti»

Flavio Melotti
Flavio Melotti
Flavio Melotti
Flavio Melotti

I lutti causati dal coronavirus colpiscono anche la grande famiglia degli alpini.

Fra chi «è andato avanti» c'è Flavio Melotti, 69enne di Bosco Chiesanuova, presidente del Cai Lessinia, socio ed ex consigliere sezionale. 

 

 

Come lo ricorda l'Ana di Verona, era un «uomo profondamente radicato alla sua gente, alla Lessinia, agli alpini, alla storia della Grande Guerra, alla montagna, alle nuove generazioni, al suo lavoro ed agli amici. E’ sua l’idea, maturata fin da piccolo, del ripristino di Malga Pidocchio grazie al suo intuito, alla sua passione, alla sua determinazione e con l’aiuto degli alpini che lui riusciva ad animare profondamente».

Geometra e appassionato di ricerca storica, ha scritto il volume «Oi cara mamma i baldi alpin van via».

Lascia la moglie Nicoletta e la figlia Linda.

 

 

 

ADDIO A PIER CARLO

L’alpino artigliere Pier Carlo Baroni morto a 76 anni
L’alpino artigliere Pier Carlo Baroni morto a 76 anni

 

E Bosco Chiesanuova piange anche Pier Carlo Baroni, 76 anni, deceduto venerdì e conosciutissimo in paese per il suo costante e lungo impegno nel gruppo Alpini.

«Ho sempre avuto particolare simpatia nei confronti di Carlo», racconta il sindaco Claudio Melotti, «diventata affetto da quando il 4 novembre 2016 ha portato al cimitero sulle sue braccia le spoglie mortali di mio zio Serafino, caduto nella seconda Guerra mondiale, alpino come lui. Lo ricorderemo per il suo spirito di attaccamento dimostrato nei riguardi del Gruppo alpini di Bosco Chiesanuova. Manifesto i sentimenti di cordoglio miei personali e dell’ amministrazione comunale agli Alpini. Faccio ancora fatica a credere che Carlo abbia appoggiato lo zaino a terra», commenta il capogruppo degli alpini di Bosco Fabiano Prati, «era la colonna portante del gruppo per la sua generosità, disponibilità, dedizione, simpatia, allegriache caratterizzano un Alpino, anzi un Artigliere con la «A« maiuscola come era lui. Ha dato anche un grosso aiuto morale ad un giovane capogruppo come me. Mi mancherà così come mancherà a tutti. Non l’ho mai visto arrabbiato ma sempre con il sorriso, pronto a dire di sì a tutti quelli che chiedevano un aiuto, gli alpini per primi».

Era stato operaio comunale, aveva fatto l’autista dello scuolabus e poi, fino alla pensione era stato camionista in Amia: un lavoro che lo portava a girare per tutti i paesi della Lessinia e lo aveva fatto conoscere e apprezzare anche oltre i confini del suo paese: «La nostra Osteria Baita era la sua seconda casa: lì tutto ancora parla di lui, dagli interventi in cucina a quelli in sala. Se c’era un problema era Carlo che bisognava chiamare ed era sempre lui che lo risolveva, ma sempre dietro i riflettori», conclude il capogruppo.

Vittorio Zambaldo

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