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Inaugurato il ponte in acciaio sullo strapiombo al confine

Un ponte di pochi metri ma dal grande significato simbolico è quello che è stato inaugurato poco sopra il Rifugio Passo Pertica lungo il sentiero 189 che porta a Bocca Trappola. «È un simbolo che unisce due territori», ha riconosciuto Gianni De Biasi, presidente della sezione di Ala della Sat (Società alpinisti tridentini), spunto che don Flavio Gelmetti, responsabile dell’Opera Chiesette alpine, ha colto al volo parlando di «pontefici», costruttori di ponti: «Tutti dobbiamo esserlo, perché la montagna non è solo passione ma anche dedizione, darsi da fare in maniera gratuita per gli altri, perché tutti possano camminare in sicurezza e godere della bellezza del creato», ha aggiunto prima della benedizione impartita alla nuova costruzione. Sostituisce una passerella pedonale di tre metri che permette di superare un punto critico che si affaccia sulla Valle dei Ronchi a una decina di minuti dal rifugio. Era gravemente danneggiato per il marciume della trave portante nei due punti di appoggio e avrebbe potuto cedere all’improvviso. La nuova struttura, realizzata con i finanziamenti della Provincia autonoma di Trento e l’autorizzazione del Comune di Ala, competenti per territorio, è posta a 1.575 metri di quota, realizzata in acciaio zincato, con protezioni su ambo i lati, una ringhiera dello stesso materiale su una fessura che precipita nella sottostante Valle dei Ronchi, una fune in acciaio ancorata alla roccia per essere di ausilio in un tratto esposto e scivoloso in caso di pioggia o ghiaccio e una transenna di corda metallica intrecciata in un punto vicino al ponticello e aperto verso lo strapiombo. Alla sezione tregnaghese del Cai intitolata ad Ettore Castiglioni è affidata la gestione del sentiero e il presidente Nicola Zampicini ha aperto con i saluti davanti al rifugio, ringraziando la Provincia autonoma e il Comune di Ala, oltre a quanti hanno partecipato alla realizzazione dell’intervento straordinario: «Io ho fatto dalle 70 alle 100 firme per poter partire con i lavori, ma chilometri di strada e ore di tempo li ha impegnati Roberto Piccoli che si è preso a cuore l’intervento», ha detto. «È una montagna a cui siamo legati fin da quando eravamo sottosezione e con l’allora presidente Walter Dal Forno avevamo in affidamento la cura dei sentieri 185, 189 e 190. Da allora cerchiamo di impegnarci nel migliore dei modi garantendone sempre la percorribilità». Per il sindaco di Ala Claudio Soini, ha preso la parola l’assessore Stefano Gatti, garantendo che la collaborazione continuerà, come ha sostenuto anche l’ingegnere Claudio Fabbro del Servizio turismo e sport della Provincia autonoma, «che fino ad oggi non ha mai rifiutato un finanziamento ai rifugi o per la sistemazione di sentieri». Anche l’ex sindaco di Selva di Progno Aldo Gugole, che ha seguito la pratica, ha rimarcato come la collaborazione fra i due Comuni confinanti sia sempre stata ottima e se in passato erano più gli interventi trentini ad essere realizzati, oggi, grazie ai fondi stanziati, ci sono lavori di sistemazione e di messa in sicurezza per 900mila euro, già appaltati, anche da parte del Comune di Selva. L’ingegnere Agostino Dal Zovo, progettista delle opere eseguite dall’impresario Battista Poppi, ha spiegato i principi che lo hanno ispirato nel lavoro: «Vivendo in montagna mi è venuto facile tener conto delle problematiche, pensare l’opera in maniera che duri a lungo e sia anche bella da vedere. Non sempre è conciliabile tutto questo, ma ci abbiamo provato», ha concluso fra gli applausi di presidenti i soci delle sezioni intervenute: con la Sat e il Cai Tregnago, c’erano anche quelle di Bosco Chiesanuova, San Bonifacio e San Pietro in Cariano, che insieme hanno la cura dei sentieri di Lessinia e Carega. •

V.Z.

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