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Ieri sera l'incontro in chiesa

Il vescovo Zenti abbraccia
Giuliano «Sei un mio prete»

Ieri sera l'incontro in chiesa
L'abbraccio tra Giuliano Costalunga e il vescovo Zenti (Foto Zambaldo)
L'abbraccio tra Giuliano Costalunga e il vescovo Zenti (Foto Zambaldo)
Il vescovo abbraccia don Giuliano (Zambaldo)

Un abbraccio filiale e fraterno ha chiuso giorni di tensione dopo la pubblicazione della notizia del matrimonio gay alle Canarie fra il giovane ex parroco di Selva di Progno e Giazza, don Giuliano Costalunga e il suo amico Paolo, coronando un sogno che coltivavano da tempo. Il rosario recitato nella parrocchiale di Santa Maria Assunta a Selva, con la presenza del vescovo monsignor Giuseppe Zenti e di don Giuliano, seduto nel secondo banco di fronte all’ambone, aveva fatto temere che quello che doveva essere un incontro di preghiera e di chiarimenti si trasformasse in una sfida fra ragioni diverse. Miracolo del rosario per chi crede, o saggezza di un pastore per chi è razionalista, fatto sta che il lungo monologo del vescovo ha rasserenato gli animi, elogiando don Giuliano per gli anni di servizio pastorale ed espresso con chiarezza il pensiero suo e della Chiesa in merito alla sua libera scelta.

 

La gente ha applaudito solo nel momento in cui il vescovo ha chiesto ai media di finirla di speculare su un caso di coscienza mentre un lungo silenzio prima della benedizione finale ha accolto le conclusioni di monsignor Zenti, che sceso dall’altare si è avvicinato al banco da dove è uscito don Giuliano e i due si sono abbracciati a lungo sussurrandosi quello che già il pastore aveva detto pubblicamente: «Mi fa piacere che tu sia qui e vieni a trovarmi».

 

A fine cerimonia anche don Giuliano si è detto contento delle parole del vescovo, ma ha ammesso di non sapere di dover esplicitare con una pratica specifica alla Santa Sede la richiesta di dispensa dallo stato clericale per non essere più considerato prete, anche se nel frattempo è intervenuta la sospensione “a divinis” cioè dalla celebrazione pubblica e privata dei sacramenti. Ad evitare tutto il trambusto di questi giorni forse sarebbe bastato chiedere la dispensa prima e comunicare ai fedeli la scelta: «L’avrei fatto se fossi stato ancora parroco di questa comunità, ma non lo ero già più da tre anni e non mi sembrava il caso di organizzare una conferenza stampa per annunciare un fatto personale», si è giustificato. Non si sbilancia sul suo futuro: «Il campo di lavoro è grande e troverò sicuramente una collocazione per me anche nella linea delle fede che continuo a credere e professare», ha confessato. 

V.Z.

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