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Il monumento agli alpini compie mezzo secolo

Alla cerimonia  di domenica a Passo Fittanze hanno partecipato centinaia di alpiniLa grande bandiera tricolore portata dagli alpini veronesi
Alla cerimonia di domenica a Passo Fittanze hanno partecipato centinaia di alpiniLa grande bandiera tricolore portata dagli alpini veronesi
Alla cerimonia  di domenica a Passo Fittanze hanno partecipato centinaia di alpiniLa grande bandiera tricolore portata dagli alpini veronesi
Alla cerimonia di domenica a Passo Fittanze hanno partecipato centinaia di alpiniLa grande bandiera tricolore portata dagli alpini veronesi

Dedicato agli alpini e ai Caduti di tutte le guerre, sta sul colle sopra Passo Fittanze da 50 anni il monumento realizzato dallo scultore Giuseppe Cinetto e sognato fin dalla conclusione della Grande guerra dai reduci in ricordo dei compagni che non sono tornati. Nel tradizionale pellegrinaggio estivo della sezione Ana di Verona, con i gagliardetti di tutti i gruppi appartenenti, domenica è stato celebrato dalle centinaia di penne nere salite in quota questo anniversario assieme al ricordo di chi ha trovato la morte in guerra, ma anche nelle missioni di pace e nei tanti interventi degli alpini come soccorritori nelle calamità naturali nazionali e internazionali. Alto 16 metri, voluto dalla Comunità montana e dai Comuni di Erbezzo, Bosco Chiesanuova, Ala di Trento e Sant’Anna d’Alfaedo, il monumento è a pochi passi dall’ antico confine fra Regno d’Italia e Impero austroungarico, oggi diventata porta di transito e dialogo fra le popolazioni veronesi e trentine, come è stata la sua missione da sempre. «Ininterrottamente da cinquant’anni issiamo questo bandierone, ora con qualche rammendo, al pennone di Passo Fittanze, monumento carissimo agli alpini veronesi proprio nel punto in cui l’Alta Lessinia si spartisce tra Verona e Trento», ha esordito il presidente sezionale Luciano Bertagnoli. «I decenni sono passati e il tempo, che non ha scalfito le aquile di pietra del monumento, ha forgiato l’essenza stessa dell’ Ana Verona che allo storico grido di battaglia “Tridentina avanti!” ha aggiunto negli anni il motto “Onorare i morti aiutando i vivi” che ben sintetizza ciò che gli alpini fanno a fianco della popolazione, ovunque ci sia bisogno: dalla Protezione civile, all’impegno sociale, fino a quello recente e tutt’ora in corso nei centri vaccinali», ha sintetizzato Bertagnoli. Richiamando i bambini che per primi sono arrivati a piedi al monumento dopo aver passato la notte in tenda, al campo trincerato del Ridotto del Pidocchio, Bertagnoli ha commentato: «Al primo alzabandiera su questo monumento mai avremmo pensato che dalle trincee di Malga Lessinia sarebbero scesi a piedi i figli dei nostri figli, che ora sono qui per ricordarci che abbiamo bisogno di loro per continuare a crescere e che loro hanno bisogno di noi per capire dove vogliono liberamente andare». Il sindaco di Erbezzo Lucio Campedelli, ha ricordato altri bimbi: i piccoli Tommaso e Michele, morti due settimane fa nel tragico incidente della ghiacciaia di Malga Preta di Sotto: «La commozione si respira ancora forte su queste montagne. Il nostro abbraccio e le nostre preghiere sono anche per loro e per le loro famiglie». Un ricordo è stato fatto anche nella messa celebrata da don Rino Massella, cappellano sezionale, presenti i sindaci dell’Alta Lessinia e diverse altre autorità, militari e civili.•.

Vittorio Zambaldo

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