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Il Cai lancia l’Sos per la «Scarpetta di Venere»

L’orchidea Cypripedium calceolus
L’orchidea Cypripedium calceolus
L’orchidea Cypripedium calceolus
L’orchidea Cypripedium calceolus

Appello della sezione Ettore Castiglioni del Club alpino italiano di Tregnago per salvare l'orchidea spontanea Cypripedium calceolus più nota come Scarpetta di Venere o Pianella della Madonna che fiorisce nel mese di giugno in una microarea (stazione) della Valle di Revolto nei pressi della località Lago Secco e che oltre a essere specie inserita nella lista rossa della flora italiana minacciata di estinzione, rischia di scomparire anzitempo a causa della deviazione del torrente che scende da Campobrun e delle sconsiderate frequentazioni di tanti curiosi. È un’orchidea spontanea protetta dalla legge regionale 53 del 1974, che ama i boschi ombrosi e freschi, le radure, le faggete, peccete, e boschi misti che crescono su rocce calcaree fra i 500 e i 2200 metri sul livello del mare. Giacomo Bommartini socio e referente per il Cai del Giros (Gruppo italiano ricerca orchidee spontanee) e Legambiente attraverso l’associazione Fuori Nota, si è già rivolto, attraversi gli enti competenti alla Provincia autonoma di Trento, competente per territorio e ha ottenuto il necessario benestare. «L’importante stazione di Cypripedium calceolus è soggetta alle frequenti inondazioni del torrente ed è già compromessa per almeno metà della sua superficie», spiega Bommartini, «perché il corso d’acqua, nei momenti di piena, deposita detriti e ghiaia che modificano il normale alveo, portandolo a invadere la stazione, attraversata anche dal sentiero europeo E5». Servirebbe un argine di contenimento a monte dell’area dove si moltiplicano le orchidee per riportarne l’alveo del torrente nella sua sede che però è stata invasa da mughi e altri arbusti. A questi ha pensato l’azienda regionale Veneto Agricoltura facendo pulizia e tagliando le piante cresciute nel corso d’acqua. Per le condizioni del luogo e la delicatezza dell’intervento è impensabile utilizzare mezzi meccanici di movimento terra, che creerebbero solo con il transito più danni che benefici. Di qui l’idea di coinvolgere quanti più soci Cai, e volontari di altre associazioni ambientaliste, che provvedano a formare a mano un argine di contenimento, accatastando sassi e ghiaia, mentre personale competente del Giros si dedicherà al recupero delle piante di Cypripedium in parte sepolte dal ghiaino, rimuovendolo con la massima cura. «È un piccolo sacrificio che chiediamo ai nostri soci e agli associati di altre organizzazioni ambientaliste e naturalistiche», aggiunge Bommartini, «ma sarà un grande favore per la difesa di un patrimonio naturale fondamentale per la biodiversità». È previsto il pranzo al sacco e ognuno dovrà provvedere per sé, mentre in caso di maltempo l'iniziativa verrà rinviata ad altra data. Per aderire basta telefonare a Giacomo Bommartini (338.3939751) o Lucia Cacciola (347.754857) o inviare mail con recapito telefonico a caitregnago@libero.it. •.

Vittorio Zambaldo

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