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Il branco di lupi è più numeroso Scoperti altri quattro cuccioli

La foto scattata dal cacciatore con il teleobbiettivo e che ritrae i cuccioli di lupi
La foto scattata dal cacciatore con il teleobbiettivo e che ritrae i cuccioli di lupi
La foto scattata dal cacciatore con il teleobbiettivo e che ritrae i cuccioli di lupi
La foto scattata dal cacciatore con il teleobbiettivo e che ritrae i cuccioli di lupi

Altri quattro lupacchiotti, nati da pochi mesi, gravitano fra Trentino e Veneto in quello che è denominato il branco del Carega e del quale fino a sabato scorso non si avevano novità in materia di consistenza e di nuovo nascite. È grazie a un cacciatore associato alla Riserva di Ala che si possono aggiornare i dati, avendo documentato, alle 7.30 di sabato, la presenza di alcuni cuccioli assieme ad almeno un esemplare adulto sul versante del Carega. Le immagini sono prese da grande distanza con il cannocchiale, ma confermano quanto alcune segnalazioni precedenti, non sopportate da prove visualizzabili, facevano ritenere probabile. Ora c’è la certezza che dopo la coppia storica di Slavc e Giulietta che ha dato alla luce nei mesi scorsi una cucciolata di sette lupacciotti e altri cinque generati da una nuova coppia insediatasi nella Lessinia centro orientale, dal Monte Tomba verso la Val d’Illasi, è da aggiungere anche questa nuova cucciolata di almeno altri quattro lupacchiotti, che portano il totale a 16 nuovi nati nel corso del 2020 fra Lessinia e Carega. La notizia è stata diffusa dall’Associazione Cacciatori Trentini, i cui soci sono ben presenti sul territorio, in particolare nel periodo di caccia, ma non solo, pronti a collaborare attivamente con la Provincia Autonoma di Trento nel monitoraggio del lupo tramite la propria associazione che a questo scopo ha stipulato fin dal 2015 uno specifico accordo di collaborazione con il Servizio Foreste e fauna dell’amministrazione provinciale di Trento. Il branco del Carega si muove prevalentemente sulle pendici del massiccio dolomitico dove trova abbondanza di cibo grazie alla presenza di numerosi camosci, ma si è reso anche responsabile di predazioni su domestici, attaccando un gregge e sono dai più attribuite a questo branco anche le incursioni nell’estremo lembo orientale della nostra provincia, con le predazioni frequenti negli anni scorsi nell’area di Campofontana e di San Bortolo. È accertato che il branco del Carega si è stabilito nell’area nel corso del 2016, originato da una femmina e da un maschio entrambi figli, anche se non dello stesso anno, probabilmente, della coppia della Lessinia centrale Slavc e Giulietta, secondo le analisi condotte sul Dna. Lo scorso anno furono accertate ben otto nascite, come riportato dal Rapporto Grandi Carnivori della Provincia autonoma di Trento e almeno quattro quest’anno. L’aumento dei lupi in Lessinia, e appena fuori dei suoi confini, accresce la preoccupazione degli allevatori sulla reale capacità del territorio di sopportare una così elevata presenza di animali selvatici. Per Coldiretti Verona «gli allevatori hanno già subito danni consistenti al bestiame, tanto che alcuni di loro hanno abbandonato le aree pascolive, a dimostrazione della cresciuta difficoltà di chi lavora e vive sul territorio, con il conseguente degrado delle zone d’altura. Il proliferare dei grandi predatori rappresenta anche un grave rischio per le attività economiche, dall’agricoltura al turismo, che tengono viva la montagna. Concordiamo con il presidente del Parco naturale regionale della Lessinia, Raffaello Campostrini, sul rischio di abbandono dei pascoli da parte degli allevatori, con danni consistenti e ricadute anche sulla Bassa veronese», commenta l’associazione di categoria degli agricoltori, preoccupata per l’alto numero di nascite di lupi registrate quest’anno. •

Vittorio Zambaldo

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