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Grappoli d’uva sulla canonica a quota 1.000 metri

La vigna di Sant’Anna d’Alfaedo
La vigna di Sant’Anna d’Alfaedo
La vigna di Sant’Anna d’Alfaedo
La vigna di Sant’Anna d’Alfaedo

«Quest'anno nella vigna della canonica di Sant'Anna d'Alfaedo, c'è l'uva per l'ultimo e il primo dell'anno», affermava in prossimità del 31 dicembre don Michele De Rossi, in Lessina da oltre un anno a dividersi i compiti e doveri religiosi con l’altro sacerdote, don Giuseppe Formenti. Come dargli torto, visti quei succosi e lucenti grappoli di uva in bella vista, ancora ben aggrappati ai rami di una vigna completamente spoglia, e sotto di essa a raffreddare l’ atmosfera i resti di una spruzzata di neve. «Questi grappoli ancora così conservati in questo particolare periodo dell’anno», continua don Michele, «ma soprattutto qua a 1.000 metri di altezza, sono un benevolo messaggio della natura, un segno per darci un po’ speranza per superare questo difficile momento. Il segno dell'uva, infatti, è stato di buon auspicio per i festeggiamenti, o quel che si è potuto fare, di fine anno. La sua degustazione è tradizionalmente un’usanza popolare perché il futuro che verrà sia prosperoso e felice». Conclude don Michele De Rossi: «Questa vigna era stata piantata da un mio precessore, don Dario Adami, che se l’era portata su dalla pianura. A me è toccato il compito di seguire la sua crescita e la cura, ma con delle radici così solide e produttive il risultato è questo incanto della natura». •

R.C.

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