<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Grande Guerra in «Lettere dal fronte»

Ridotto difensivo della Prima Guerra Mondiale in Lessinia
Ridotto difensivo della Prima Guerra Mondiale in Lessinia
Ridotto difensivo della Prima Guerra Mondiale in Lessinia
Ridotto difensivo della Prima Guerra Mondiale in Lessinia

Un racconto crudo a tratti dissacratorio, ma una testimonianza vera è quella che esce da «Lettere dal fronte», che il regista e autore del testo Paolo Malaman mette in scena stasera al teatro San Nicolò. Protagonisti sono gli attori e le attrici della compagnia teatrale Vari(e)tà che gioca sull’assonanza fra le diverse età dei propri iscritti (da adolescenti ad ultraottantenni) e il tipo di impegno che li coinvolge. Protagonisti di ieri invece quelli che combatterono nell’ orrore e nell’ignobile guerra del fronte italiano del 1915-18 dove i soldati erano considerati carne da macello. In una casetta sotto l’Ortigara, si ritrovano alcune donne rimaste sole in paese perché tutti gli uomini sono al fronte. Un disertore consegna loro un sacco di lettere di commilitoni mai spedite per la censura e ne inizia la lettura con un cambio di prospettiva della realtà: non più quella eroica cantata dalla retorica dell’interventismo, ma quella reale fatta di morti, feriti, freddo, fame e malattie. «È un progetto teatrale nato e rappresentato per non dimenticare, perché non c’è nessuna vittoria da festeggiare, ma un inutile massacro che ha sterminato generazioni di umili lavoratori, per lo più contadini e quasi analfabeti, per un onore di Patria e di re lontanissimo dai loro ideali di vita semplice e pacifica, costretti a massacrare i loro simili solo perché divisi da una linea di confine», commenta il regista Malaman. La rappresentazione viene intervallata con le letture degli scritti originali dal fronte, citazioni del generale Cadorna, accompagnata dai canti in sottofondo dal vivo del coro La Stèle e dalla proiezione di video e foto d’epoca. Paolo Malaman, attore, autore, regista teatrale e scrittore ha cominciato a recitare alle scuole medie con Raffaello Canteri che era stato suo professore e gli aveva acceso l’interesse per il teatro e la cultura. Ha svolto attività in compagnie teatrali amatoriali veronesi. Dal 2001 è presidente e fondatore del Gruppo culturale Vgi e da quattro anni collabora con il Teatro San Nicolò come docente in corsi di teatro e con la creazione della compagnia teatrale Vari(e)tà per la quale è regista e autore dei testi. Lo spettacolo sarà replicato sabato 1 febbraio sempre al teatro San Nicolò; il 25 aprile al teatro Rizza di Verona e il 24 maggio a Castel d’Azzano. •

V.Z.

Suggerimenti