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Il 9 settembre il crollo

Frana sul Carega, riaperto il sentiero che porta allo Scalorbi

Il 9 settembre il crollo
La frana sul Carega (foto rifugio Revolto)
La frana sul Carega (foto rifugio Revolto)
Frana sul Carega (Fabio Gorian)

Il sindaco di Ala di Trento Claudio Soini ha revocato l’ordinanza emessa in ottobre con cui chiudeva al transito, in via precauzionale, il sentiero Cai 185 che da Giazza arriva al rifugio Scalorbi, inerpicandosi sul versante sinistro orografico della Valle di Revolto.

È un itinerario importante perché percorso anche dal sentiero europeo E5. La via più rapida per collegare il Gruppo del Carega con la frazione cimbra di Selva di Selva di Progno e frequentato dagli escursionisti perché in quattro ore e su un tracciato di nove chilometri permette di superare un dislivello di mille metri.

 

IL CROLLO

La chiusura era stata decisa dopo il crollo, il 9 settembre, di una grossa fetta rocciosa della parete ovest del Sengio di Mezzodì. Il fatto, registrato anche in un video da un escursionista che fortunatamente si trovava sul versante opposto della valle, aveva suscitato molto scalpore perché il sentiero è ben conosciuto e frequentato da numerosi escursionisti in tutte le stagioni.

La parte interessata dall’ordinanza di chiusura era compresa fra il bivio con sentiero 190 e Malga Campobrun, impedendo di fatto l’accesso sia da sud che da nord della valle. La decisione era stata presa in via precauzionale e fino all’esisto di ulteriori indagini che la Provincia autonoma di Trento aveva affidato all’Agenzia provinciale delle foreste demaniali e al Servizio geologico dello stesso ente.

 

Dopo i sopralluoghi l’Agenzia ha comunicato una relazione conclusiva delle indagini da cui si evidenzia che «allo stato attuale non sembrano esserci indizi di nuovi franamenti di rilievo e che, in ogni caso, vista la posizione del sentiero Cai 185-E5 rispetto alla frana, si può escludere che un eventuale nuovo crollo possa interferire con il sentiero».

Di qui l’ordinanza di revoca del precedente divieto. I geologi trentini hanno di fatto confermato quanto lo stesso Roberto Piccoli, responsabile della sentieristica per la sezione Ettore Castiglioni del Cai di Tregnago, aveva potuto vedere a poche ore dal crollo assieme ad altri volontari del sodalizio. •

Vittorio Zambaldo

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