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Folla e follie sui sentieri dei monti

Esodo dei veronesi verso la Lessinia FOTO MARCHIORIAuto parcheggiate ovunque verso San Giorgio, con grossi problemi di viabilità
Esodo dei veronesi verso la Lessinia FOTO MARCHIORIAuto parcheggiate ovunque verso San Giorgio, con grossi problemi di viabilità
Esodo dei veronesi verso la Lessinia FOTO MARCHIORIAuto parcheggiate ovunque verso San Giorgio, con grossi problemi di viabilità
Esodo dei veronesi verso la Lessinia FOTO MARCHIORIAuto parcheggiate ovunque verso San Giorgio, con grossi problemi di viabilità

C’era il mondo nella giornata di ieri in Lessinia e il timore adesso è che si ripresenti lo spettro di un’altra domenica come l’8 marzo che precedette il lockdown di primavera e il picco di infezioni da Covid-19. Le premesse per una giornata di afflusso eccezionale c’erano tutte: la neve, anzitutto, attesa e arrivata abbondante; il tempo splendido; la chiusura dei centri commerciali in città e gli anticipi delle partite di Hellas e Chievo che hanno lasciato una domenica libera per la gita in montagna. Il traffico si presentava sostenuto già dalle prime ore del mattino: una colonna continua di auto saliva dalla città lungo la Valpantena verso la Lessinia e alla 14 il sindaco di Bosco Chiesanuova, per evitare il pericolo di blocco totale, ha chiesto di fermare le auto che salivano verso Malga San Giorgio e Bocca di Selva. I carabinieri della stazione di Bosco Chiesanuova hanno chiesto rinforzi ai colleghi della stazione di San Vitale di Roverè e un’auto radiomobile è salita anche da Verona. In località Grietz, fra Bosco Chiesanuova e San Giorgio il traffico è stato deviato perché le notizie che arrivavano dall’alta Lessinia confermavano che era impossibile far arrivare altre auto. Parcheggi e strade erano già intasati. La neve abbondante, spalata dai mezzi di pulizia delle strade nei giorni scorsi, occupava la banchina dove solitamente è possibile parcheggiare fuori della carreggiata, mentre in queste condizioni una fila ininterrotta di auto, da Branchetto a San Giorgio e poi a scendere verso Conca dei Parpari, restringeva la provinciale 6 dei Lessini a una sola corsia, con grave pericolo per i mezzi di emergenza che avrebbero potuto aver bisogno di raggiungere in fretta posti di soccorso. Alle 18.30 erano state conteggiate, al varco di inizio paese, 9.521 vetture transitate e il dato deve esser aggiornato con quelle delle ore successive. «Fortunatamente è andato tutto bene e non ci sono stati incidenti», ammette il sindaco di Bosco Chiesanuova Claudio Melotti, tirando un sospiro di sollievo e lo confermano i gestori delle piste di fondo della Translessinia e di Conca dei Parpari, dove si sono concentrate migliaia di persone. «Il problema semmai sono le centinaia di persone che hanno creato assembramenti o si sono viste prive di mascherina. Sono comportamenti irresponsabili in un momento in cui la nostra provincia è fra le più colpite in Italia dalla pandemia», denuncia Melotti, che su come affrontare le prossime domeniche, non sa darsi una risposta: «Mi confronterò con i colleghi sindaci di Erbezzo e Roverè per avere una linea comune. È bello che tanti scelgano la Lessinia ma è nello stesso tempo drammatico in queste condizioni. Dovremo rifletterci, perché così non può andare, né in tempi normali, né tantomeno in tempi di pandemia. Non saprei cosa fare, forse contingentare le presenze chiudendo gli accessi a un dato orario, quando viene segnalato che tutti gli spazi di parcheggio siano esauriti», dice il sindaco, osservando anche che «un simile afflusso non va neanche bene per l’economia di chi lavora col turismo perché è umanamente insostenibile anche per le strutture recettive superare un certo limite di capienza». È chiaro che i parcheggi non possono essere dimensionati a punte di afflusso straordinarie e nello stesso tempo bisogna trovare delle alternative al caos, «che non va mai bene, al di là della questione Covid», conclude. C’è soddisfazione da parte dei gestori delle piste da fondo. Marco Melotti, direttore di Lessinia Turistsport conferma fra i 400 e i 500 ingressi sulla Translessinia, da San Giorgio e da Bocca di Selva dove due incaricati hanno regolato gli automobilisti ai parcheggi per evitare sistemazioni selvagge. «Il telefono non ha mai smesso di squillare», conferma Melotti, «il rifugio si è riempito in fretta e il tempo clemente ci ha permesso di allestire spazi all’esterno. Gli sciatori sono tornati soddisfatti dalle loro escursioni, per le piste e il paesaggio. Tantissimi anche i pedoni sui tracciati loro riservati. Qualche assembramento può esserci stato ai rifugi o ai parcheggi, ma in montagna gli spazi sono talmente ampi che è difficile che questo accada». I maleducati non sono mancati: due moto da cross sono state intercettate sulle piste da fondo e i loro proprietari identificati. Anche sulle piste di Conca dei Parpari c’è soddisfazione. Gianni Segala, presidente dello sci club Roverè, che ne ha la gestione, parla di afflusso importante, anche se non c’è stata la calca attesa, «ma per le piste eravamo attrezzati e non abbiamo avuto problemi. Chi è entrato ha tenuto le distanze, anche nel momento della fila davanti alla biglietteria. Moltissimi i camminatori con le ciaspole, tanti bambini e famiglie con bob e slittini. Per la prossima domenica avremo anche la possibilità di tracciare una pista riservata alle fat-bike, una tipologia di bici con gomme larghe pensate per andare sulla neve e sulla sabbia», annuncia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Vittorio Zambaldo

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