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Fasoli: «Inaccettabile non sapere quanti siano»

Un esemplare di lupo
Un esemplare di lupo
Un esemplare di lupo
Un esemplare di lupo

Botta e risposta tra Silvana Fasoli della segreteria dell’associazione «Salvaguardia rurale veneta» e Luigi Boitani, professore emerito all’Università La Sapienza di Roma, riconosciuto quale massimo esperto in Italia di lupi. Al centro, il monitoraggio nazionale dei grandi predatori dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale: non approfondito, secondo la prima. «Una stima corretta» di dove e quanti sono, e «che pochissimi altri Paesi hanno fatto», come dichiarato dal secondo in un’intervista pubblicata su “L’Arena” che chiama in causa la referente dell’associazione. Fasoli resta ferma sulla sua posizione. «La sola stima che l’Ispra ha realizzato ben due anni fa non si può definire un quadro completo della situazione lupi in Italia», fa sapere in una nota. Ed esemplifica: «Mancano ad esempio dati completi e realistici a livello nazionale del numero di capi predati, della proporzione di capi indennizzati e molto altro riguardo all’impatto sulle attività umane. Ispra stessa riconosce che queste informazioni sono estremamente frammentarie e lacunose». A novembre, a Lione, Fasoli ha rappresentato «Salvaguardia rurale veneta» all’incontro internazionale dell’Unione europea degli allevatori. «In questa occasione», prosegue, è emerso che «negli altri Paesi europei conoscono annualmente quanti sono i lupi, conoscono il numero di capi predati e sanno quanto sono costati». In alcuni Paesi, insiste, «conoscono anche il numero dei lupi solitari. Dato che nel monitoraggio Ispra non c’è, come non c’è quello nelle aree di recente colonizzazione». Sull’adozione di cani e recinti, richiama alle caratteristiche della zootecnia della montagna veronese: «Chi conosce, anche solo un pò, la Lessinia capisce da solo che non sono soluzioni applicabili». Conclude: «Nella gestione del conflitto lupo-preda, è sì necessario conoscere le caratteristiche del lupo, ma è altrettanto importante conoscere a fondo le caratteristiche ed esigenze della preda, e in questo caso, del sistema produttivo a essa collegato». M.B.

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