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Expo: Slow Food lavora
per rendere presidio
la rara pecora Brogna

Si è fatta conoscere anche all’Expo 2015, la pecora Brogna della Lessinia, razza a triplice attitudine (carne, lana e latte) che è stata salvata dall’estinzione e viene riproposta, per ora, da un...
Antonella Bampa e Bruno Fiorio, fiduciaria e segretario di Slow Food
Antonella Bampa e Bruno Fiorio, fiduciaria e segretario di Slow Food
Antonella Bampa e Bruno Fiorio, fiduciaria e segretario di Slow Food
Antonella Bampa e Bruno Fiorio, fiduciaria e segretario di Slow Food

Si è fatta conoscere anche all’Expo 2015, la pecora Brogna della Lessinia, razza a triplice attitudine (carne, lana e latte) che è stata salvata dall’estinzione e viene riproposta, per ora, da un gruppo ristretto di allevatori veronesi e vicentini, ma che sta trovando sempre più estimatori e apprezzamenti. È successo anche a Milano, dove l’ovino, che era il vanto degli Scaligeri per la sua preziosa lana, è stato presentato da Antonella Bampa, fiduciaria della condotta di Verona di Slow Food, dal segretario Bruno Fiorio e da sua moglie Margherita Carra che per l’associazione è referente per l’artigianato, ma che è anche la prima ad aver sperimentato l’utilizzo della lana di pecora Brogna.

«In accordo con l’associazione tutela della pecora Brogna, abbiamo avviato l’iter perché la razza diventi presidio di Slow Food», dice Bampa, «e a Milano abbiamo presentato la storia, il progetto, che cosa sia la Lessinia e come questo particolare ovino contribuisca a valorizzarla. Per Slow Food, infatti, un presidio non è solo cibo, per quanto raro e gustoso, ma è un recupero di tradizioni, di cultura, di ambiente vivo e vitale». Il 75 per cento degli allevatori conducono seguendo i criteri della certificazione biologica, e questo è un valore aggiunto per i consumatori, oltre che una garanzia di prodotto sano e che rispetta l’ambiente: «Inoltre ci sono sempre più agricoltori che si stanno attrezzando per avere in azienda anche un piccolo gregge di pecore Brogna, magari senza la pretesa di farne un allevamento primario, ma per la soddisfazione e l’integrazione di reddito che può dare», aggiunge Fiorio. Inoltre, come hanno ricordato Fiorio e Carra, dai laboratori biellesi dove la lana di pecora Brogna è stata fatta analizzare, risulta essere di qualità pregiata con possibilità di essere ulteriormente migliorata, praticando un’accurata selezione della razza. «Con Marcello Volanti, dell’associazione tutela della pecora Brogna, stiamo seguendo, dal 2009, lo sviluppo del disciplinare di allevamento. Abbiamo scoperto che ci sono sempre più giovani disposti a investire nella riapertura di aziende che erano state chiuse dai genitori. Sette di loro hanno un piccolo gregge», aggiunge Bampa, «che si rivela come interessante introito del reddito aziendale perché la Brogna ha attitudine diverse e tutte di buon valore».

Per far capire di che cosa si stia parlando, i soci di Slow Food si sono presentati all’Expo con gli allevatori e l’associazione Giochi antichi che sostiene il progetto del presidio, illustrando la Lessinia, la storia di Verona e delle sue lane pregiate, le caratteristiche della carne di pecora Brogna e i ristoratori della tavole della Valpolicella hanno esposto le loro ricette ottenendo dal pubblico presente molti consensi e grande curiosità.V.Z.

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