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È record di contagiati Colpite intere famiglie

Italo Bonomi
Italo Bonomi
Italo Bonomi
Italo Bonomi

Assediato dal Covid-19, il sindaco di San Mauro di Saline, il comune veronese che registra l’incidenza record di contagi, chiede a gran voce il vaccino per i sindaci: «Siamo a contatto con la gente tutti i giorni, spesso i cittadini vengono addirittura a casa e non possiamo chiudere la porta: io sono davvero preoccupato perché tutto passa da noi e rischiamo di bloccare tutto», è il suo grido d’allarme. «Degli amministratori si era parlato prima che partisse la campagna vaccinale ma poi nulla più». Guardando ai dati relativi ai positivi per mille abitanti, gli estremi per il veronese stanno tutti in montagna: Ferrara di Monte Baldo, coi suoi 268 abitanti, si mantiene Covid free ma è il piccolo comune della Lessinia a detenere il poco invidiabile primato opposto. San Mauro di Saline, 572 abitanti, in quattro giorni ha visto l’incidenza dei positivi per mille abitanti passare da un 19,23 di sabato ad un 27,97 di martedì per scendere poi, ieri, a 24,48. Sono i dati record della nostra provincia laddove, tanto per dare una indicazione, Villafranca con 184 positivi e un Covid hospital su 33.443 abitanti (ai quali aggiungere i quarantenati che fanno salire il totale a 293 persone) registra un’incidenza di 5,50. I dati più alti, a doppia cifra, ieri li facevano registrare Roverè Veronese (13,80 che il giorno prima era un 9,04), Vestenanova (13,65 sceso dal 14,04 del giorno prima), Garda (10,91 in linea col giorno prima), San Zeno di Montagna (10,59 che martedì era un 9,88), Castagnaro (10,12 in diminuzione rispetto all’11,76 del giorno prima) e Povegliano (10,03 salito dal 9,62). Sono in aumento i dati di 54 dei 98 comuni veronesi. «I positivi sono scesi a 14 ma abbiamo altre 24 persone isolate perché sono contatti di positivi», dice Italo Bonomi, sindaco di San Mauro di Saline. «Il virus ha colpito famiglie al completo, per questo ci sono questi numeri», spiega dando una chiave di lettura comune a tutti i paesi più piccoli, dove il virus sembra correre di più. «Le abbiamo sentite tutte, non ci sono bisogni particolari perché la rete familiare sta provvedendo e tutti sanno che se c’è bisogno il Comune c’è e c’è anche la protezione civile». È stupito, disorientato e preoccupato il primo cittadino: «Nemmeno le persone positive riescono a capire come si siano contagiate e io non capisco come a distanza di qualche chilometro lo scenario sia completamente diverso. Fatto sta che la concentrazione da noi è importante e sono davvero preoccupato, anche come cittadino che ha contatto con persone fragili: il Comune deve andare avanti e siamo una trincea composta da una manciata di dipendenti che possono fare molto poco con lo smart working. Gli uffici comunali non si possono chiudere, soprattutto in un momento così», dice, «ma serve che sui vaccini ci si ricordi anche di noi». •

Paola Dalli Cani

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