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È in arrivo una nuova ondata di neve

Giazza: paesaggio reso ancora più fiabesco dalla neveMalga San Giorgio, nel Comune di Bosco Chiesanuova: un mezzo battipista ricoperto dalla neveBambini a CampofontanaLa nevicata a Campofontana
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Giazza: paesaggio reso ancora più fiabesco dalla neveMalga San Giorgio, nel Comune di Bosco Chiesanuova: un mezzo battipista ricoperto dalla neveBambini a CampofontanaLa nevicata a Campofontana
Giazza: paesaggio reso ancora più fiabesco dalla neveMalga San Giorgio, nel Comune di Bosco Chiesanuova: un mezzo battipista ricoperto dalla neveBambini a CampofontanaLa nevicata a Campofontana

Così tanta neve sui monti veronesi all’inizio di gennaio capita forse un paio di volte ogni cinquant’anni. Siamo un po’ lontani dai record di spessore, registrati però a marzo, ma un simile innevamento sul Baldo e sui Lessini a inizio anno non lo si è mai visto. E non è finita: nuova neve arriverà questa sera e, soprattutto, nel prossimo fine settimana. I dati ufficiali di innevamento dell’Arpav parlano di 129 centimetri di manto poco sotto la cima del Tomba (quota 1.700 metri) e di 199 sul Baldo (orto botanico, quota 1.760). Sono numeri ritenuti poco rappresentativi del reale spessore del manto nevoso che c’è sulle nostre montagne, specie per la Lessinia. Sono valori medi giornalieri: probabile un accumulo reale di 10-20 centimetri di più, anche in ragione del vento che oltre quota 1.500 metri ha soffiato con raffiche fino a 80 chilometri orari creando le classiche «sgonfe», ossia mucchi dalla consistenza maggiore. Il vero accumulo è poi negli avvallamenti e nelle doline. Non a caso il servizio rilevamento di Meteomont parla per San Giorgio di quasi 150 centimetri di accumulo e di poco più di due metri all’arrivo della funivia di Malcesine. Alle medie quote della Lessinia gli accumuli maggiori sono stati osservati nella zona dell’alta Val d’Illasi: già a Campofontana (circa 1.250 metri) lo spessore è di circa 130 centimetri. Più in basso spiccano i 70/80 centimetri di Bosco e il metro di Erbezzo. Impressionanti i muri di neve (fino a due metri) ai lati delle strade oltre queste località verso le quote superiori. Per quanto impressionante, così tanta neve sui monti veronesi non rappresenta ad oggi un record. O meglio, nel febbraio-marzo del 2009 e del 2014 lo spessore complessivo misurato nell’alta Lessinia e sul Baldo era stato senza dubbio maggiore (quasi 2,5 metri al rifugio Scalorbi e 2,20 metri a Malga Malera). Anche all’inizio della primavera del 2004 c’era più neve. Questo paragone è però scorretto perché le misurazioni prendono in esame ben quattro mesi di intense nevicate. Nel 2014, ad esempio, l’accumulo progressivo della quantità di neve caduta nelle singole nevicate raggiungeva i 14 metri. Ad oggi nevica invece da appena due settimane. L’eccezionalità dell’attuale situazione sta semmai nei tempi di formazione di un simile manto nevoso: in pratica, non era mai successo che cadesse così tanta neve in così poco tempo, ossia poco più di dieci giorni. Del resto, a Verona città il mese di dicembre è stato in assoluto il più piovoso dall’Ottocento con 170 millimetri d’acqua caduta, il triplo della media. Tanta neve trova giustificazione nel frequente arrivo di correnti polari marittime nel Mediterraneo, motore di grandi depressioni sciroccali a ripetizione e non solo. Nei prossimi giorni queste correnti diverranno artiche se non continentali, spalancando le porte, attorno al 10 di gennaio, ad un sensibile calo delle temperature e con buona probabilità alla neve anche in pianura. Aspettiamoci nel frattempo due peggioramenti. Il primo stasera e nella prossima notte con pioggia in pianura e altra neve già oltre i 700 metri di quota. Più marcato sarà il transito perturbato atteso tra sabato e domenica, con moderato rischio neve pure in pianura. •

Alessandro Azzoni

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