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A Badia Calavena

Strage di pecore brogne nella fattoria didattica. «Difficile andare avanti così»

A Badia Calavena
Una delle pecore azzannate alla gola dai lupi e abbandonateLupi in Lessinia
Una delle pecore azzannate alla gola dai lupi e abbandonateLupi in Lessinia
Una delle pecore azzannate alla gola dai lupi e abbandonateLupi in Lessinia
Una delle pecore azzannate alla gola dai lupi e abbandonateLupi in Lessinia

Doppia predazione dei lupi alla società agricola e fattoria sociale e didattica Terre di Sprea, sulle colline sopra Badia Calavena.

Gli episodi denunciati in questi giorni risalgono a venerdì 31 e martedì 2 agosto, quando i predatori che hanno fatto razzia di pecore di razza Brogna.

Dei 10 capi dell’allevamento, cinque sono stati uccisi nella prima incursione, un sesto è morto nella seconda e due pecore rantolanti sono dovute essere soppresse dal veterinario. 

«Non è tanto il danno economico, sebbene fossero capi iscritti al registro di una razza a rischio estinzione e da tutelare», spiega Filippo Almonte, rappresentante legale della società agricola Terre di Sprea, «ma il danno affettivo ed emotivo. Infatti per noi non sono animali da reddito, ma legati all’attività sociale e didattica della fattoria».

 

IL TRAUMA PER UNA RAGAZZA

L’azienda collabora con la cooperativa sociale Promozione Lavoro che ha la fattoria sociale Tezon di Veronella, dove opera per l’inserimento lavorativo, mentre Terre di Sprea è utilizzata con indirizzo terapeutico. La frequentano i giovani ospiti del Centro Val d’Illasi, con problemi di tipo psichiatrico, o adulti con disabilità. 

«Purtroppo questa non è la prima predazione. Già lo scorso anno una capretta fu vittima dei lupi», denuncia Almonte, «e in quell’occasione l’evento fu ancora più traumatico perché la scoperta avvenne durante un percorso terapeutico. Capitò a una ragazza in terapia e ne restò traumatizzata riportandone in seguito crisi importanti che lo staff di terapeuti ha dovuto gestire a lungo. Da allora ogni giorno veniamo a controllare prima, siamo sempre anche noi con il cuore in gola per paura di trovare i resti di qualche predazione».

 

PREOCCUPAZIONE PER GLI ASINI

A preoccupare ora sono la decina di asini abituati al pascolo brado. «Hanno un riparo per la notte, ma non è chiuso e gli animali entrano ed escono quando vogliono, proprio perché costringerli in uno spazio ristretto per ore non è salutare per il loro benessere», aggiunge Almonte. La predazione è stata confermata dai rilievi della Polizia provinciale e dal veterinario dell’Ulss 9: pare che i lupi fossero cinque nella prima incursione: il consumo di carne è stato minimo, due mezze pecore; tutte le altre sono state uccise con dei morsi alla gola e lasciate intere.

 

I SISTEMI DI DIFESA

Purtroppo i sistemi di difesa messi in atto non potevano certo difendere il gregge dalla predazione: il recinto è costituito da una robusta rete elettrosaldata alta però solo un metro e mezzo, sufficiente per impedire alle pecore di uscire, ma non ai lupi di saltare la recinzione. «Abbiamo cercato di partecipare a un bando della Regione per l’acquisto di una recinzione elettrica ma i soldi messi a disposizione erano già terminati. Mi pare che a livello istituzionale non ci siano grandi idee al di là di proporre le recinzioni elettriche, ma se anche queste non bastassero si dovranno trovare sistemi di contenimento dei predatori. Bisogna che si intervenga perché altrimenti rischiano di chiudere delle realtà importanti.

Sinceramente, anche parlando con altri allevatori, siamo dell’idea di riconvertire l’azienda perché proprio per il rapporto stretto che si crea fra allevatore e animali, e nel nostro caso anche con gli utenti della fattoria, diventa difficile spiegare perché un animale, che fino al giorno prima era il loro preferito, non ci sia più», conclude il rappresentante legale di Terre di Sprea. Il sindaco di Badia Calavena Emanuele Anselmi fa appello a tutti gli allevatori della zona: «Il ripetersi delle predazioni conferma che i lupi sono qui nei dintorni. Invito a prendere tutte le precauzioni del caso per salvare i propri animali», dice. •

Vittorio Zambaldo

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