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Un’artista veronese in Cina

«Dalla Lessinia a Shanghai
la nostra musica per il mondo»

Chris Salvito e Nicoletta Favari, il Passepartout Duo, in concerto a Bukhara, in Uzbekistan
Chris Salvito e Nicoletta Favari, il Passepartout Duo, in concerto a Bukhara, in Uzbekistan
Chris Salvito e Nicoletta Favari, il Passepartout Duo, in concerto a Bukhara, in Uzbekistan
Chris Salvito e Nicoletta Favari, il Passepartout Duo, in concerto a Bukhara, in Uzbekistan

Da Cerro a Shanghai, passando per l’Islanda e la Via della Seta. È il percorso artistico del Passepartout Duo, formato dalla musicista veronese Nicoletta Favari, nata e cresciuta in Lessinia, e dal nordamericano Christopher Salvito, suo marito e partner artistico. I due vivono da ottobre scorso a Shanghai e lavorano allo Swatch Art Peace Hotel. «Ci siamo conosciuti nel 2015, a un festival di musica contemporanea negli Stati Uniti», racconta la pianista e compositrice, avviata a cinque anni al piano dalla maestra Palmieri e diplomatasi nel 2013 al Conservatorio Dall’Abaco.

 

«Al tempo io avevo appena concluso il mio master in pianoforte in Scozia e Chris stava finendo il suo in percussioni a Baltimore. La comunità d’intenti, l’ambizione e lo stacanovismo è ciò che ha cimentato l’unione fin da subito. Ben presto l’ostacolo maggiore è stata la distanza geografica tra Europa e Usa». Così si sono impegnati a creare una serie di opportunità di incontro, prima in Canada e poi in tournée in Europa. Ma un progetto artistico come il loro – che comprende musica ma anche video, installazioni e la creazione di strumenti – può cementare una storia d’amore ? «

 

Per noi Passepartout è diventato uno stile di vita», confessa Nicoletta. «È un pacchetto tutto incluso. Le due facce della medaglia sono equivalenti: ci fidiamo delle visioni artistiche reciproche perché ci fidiamo della persona che ci sta dietro. Il Duo ha un’identità molto idiosincratica perché si sviluppa naturalmente dalle nostre vicende e dalle nostre scelte di vita. Creare qualcosa di artistico, oggi, e farlo crescere richiede così tante energie che è difficile credere ci saremmo riusciti da soli. Costruirlo sulla base di una relazione per noi garantisce anche una visione di lunga durata».

 

Le basi sono state gettate in Italia: «Ci siamo sposati a Cerro due anni fa, perché volevamo infilare il matrimonio tra un viaggio e l’altro, ed è risultato perfetto in paese, con il minimo delle formalità». Il risultato di anni di lavoro, costellati da viaggi, è il disco «Vis-à-Vis», pubblicato ora da un’etichetta cinese. «Il progetto è nato durante il nostro primo viaggio in Cina e il soggiorno a Pechino lo scorso maggio nella residenza dei titolari dell’etichetta AnyOne. Di ritorno in Europa, in una residenza all’Embassy of Foreign Artists a Ginevra, abbiamo disegnato e costruito strumenti facili da portare in viaggio, un set di percussioni da affiancare alle tastiere. Poi siamo partiti da Ginevra per Shanghai, con una serie di treni e una barca attraverso il Mar Caspio. Abbiamo attraversato Paesi e suonato in varie città - Tbilisi, Bukhara, Almaty e Tashkent. Siamo infine arrivati a Shanghai per la nostra residenza allo Swatch».

 

La megalopoli cinese (24 milioni di abitanti) si sta riprendendo dall’emergenza coronavirus. Wuhan dista solo 900 chilometri: «Sono ritornata a Shanghai dall’Italia il 15 gennaio e la città era già parzialmente deserta per il capodanno cinese», racconta Nicoletta. «I numeri dei contagiata a Shanghai sono stati diversi da quelli di Wuhan, ma è stata una visione estrema quella delle strade deserte per così tanto tempo. I ristoranti che sono riusciti a sopravvivere hanno cominciato a riaprire ora, lentamente. Tutte le persone che lavorano sono tenute a registrare la temperatura due volte al giorno. La maggio parte degli uffici pubblici e dei musei è chiusa. Tuttavia il 5 aprile terremo un concerto al Museo Ming d’arte contemporanea, ma solo in live streaming». •

Giulio Brusati

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