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La storia

Jò rischiava di rimanere cieco: in Lessinia ha visto la neve per la prima volta

Riccardo Gaiga, 61 anni, impegnato da anni con gli aiuti in Guinea Bissau
Riccardo Gaiga, 61 anni, impegnato da anni con gli aiuti in Guinea Bissau
Riccardo Gaiga, 61 anni, impegnato da anni con gli aiuti in Guinea Bissau
Riccardo Gaiga, 61 anni, impegnato da anni con gli aiuti in Guinea Bissau

Ha visto la prima neve della sua vita in Lessinia. E per è stata un’emozione toccare quelle nuvole bianche cadute a terra che pensava calde visto che in cielo sono accanto al sole. Per il 13enne della Guinea Bissau è stata una sorpresa anche vedere, per la prima volta, le montagne nelle quali si è trasferito a vivere per avere la possibilità di guarire da un’infezione all’occhio sinistro che rischiava di privarlo per sempre della vista. Dietro a questo viaggio della speranza si nasconde una storia di solidarietà. Oltre a Jó, ha per protagonista Riccardo Gaiga che dal 2016 si reca periodicamente nella regione di Biombo, come volontario nella missione di Blom gestita dalla congregazione delle Piccole Figlie di San Giuseppe.

«Una scelta dettata dal cuore, difficile da spiegare», riassume il 61enne, in pensione dopo anni nella sua azienda agricola ai Gugoli di Selva di Progno. È abituato a rimboccarsi le maniche per impegnarsi nel volontariato, ma tra i confini africani ha scoperto la sua strada, sui passi del missionario monsignor Settimio Ferrazzetta, originario proprio di Selva, che nel 1955 sbarcò a Bissau per iniziare un’opera di promozione umana, sociale e religiosa accanto ai malati. Sono cambiati i tempi, non l’altruismo. Gaiga raccoglie abbigliamento da spedire in container che riempie con donazioni che lo raggiungono nella piccola contrada dove ha accolto il tredicenne, a mille metri d’altitudine.

Declina in azioni solidali le offerte che riceve dal gruppo presepe di San Bortolo, grazie alle quali nella missione è stato costruito un dispensario con ambulatorio, sala parto, punto di primo intervento. Qui si è rivolta la mamma di Jó. «Se fosse rimasto in Guinea Bissau, avrebbe perso la vista per un’infezione che rischiava di compromettere entrambi gli occhi. Abbiamo cercato di curarlo là, ma mancano mezzi e medicine, perciò ho richiesto l’affidamento per portarlo in Italia a maggio e a fine giugno è stato sottoposto a trapianto di cornea al policlinico di borgo Roma», racconta. «Resterà per il tempo necessario alle cure. Nel frattempo, inizierà a frequentare la seconda media alle scuole di Selva. Ambientarsi non è stato facile, ma l’hanno accolto tutti con affetto», aggiunge, mentre con una videochiamata aggiorna la madre. E ascolta altre richieste d’aiuto. L’emergenza sanitaria non frena il desiderio di darsi da fare. In questi giorni Gaiga ha salutato la moglie Maria e i figli Silvano, Alessandra e Valentina per volare nuovamente in Guinea Bissau. Da settimane sostiene a distanza le cure di una bimba ustionata in un incidente domestico: ora sta meglio e desidera conoscerla di persona. C’è un’altra bambina con gravi ustioni su tutto il corpo, «Vorrei portarla a Verona per assisterla e ringrazio l’associazione Stella Matutina che ha avviato per lei una raccolta fondi. Nei villaggi incontro una povertà inimmaginabile e tante persone straordinarie. Il bene che mi trasmettono è enorme e mi dà la forza ogni volta di ripartire». •.

Marta Bicego

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