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Buttura è presidente del Film Festival

Roberto Buttura, neo presidente del Film Festival della Lessinia
Roberto Buttura, neo presidente del Film Festival della Lessinia
Roberto Buttura, neo presidente del Film Festival della Lessinia
Roberto Buttura, neo presidente del Film Festival della Lessinia

È Roberto Buttura, 73 anni, il nuovo presidente del Film Festival della Lessinia, eletto all’unanimità dai soci, che gli hanno affidato l’impegnativo testimone del compianto Giancarlo Corradi, deceduto lo scorso ottobre. Buttura ha un passato in amministrazione e politica, come consigliere regionale e assessore alla Sanità e, da volontario, si occupa di tutela pubblica al Centro per i diritti del malato e per il diritto alla salute, ma è anche un grande appassionato di cinema, oltre che di Lessinia, ed è immancabile la sua presenza a tutte le proiezioni del Film Festival, in cui dà spesso i suoi contributi di riflessione critica, sempre molto puntuali e precisi. «Sinceramente non mi aspettavo questo incarico, anche se devo ammettere che mi piace molto. Non sarà facile essere all’altezza dell’amico Corradi che ha svolto un ruolo fondamentale per la promozione e il consolidamento del Festival», sono state le prime parole del neo presidente che, come primo atto, ha ribadito il sostegno al direttore artistico Alessandro Anderloni «e a tutta la sua squadra che ha portato la manifestazione a un livello di fama e organizzazione impensabili per una realtà piccola come la Lessinia, rispetto alle grandi platee delle città. Il Festival ha un’anima che va oltre i temi per i quali si connota, cioè vita, storia e trazioni in montagna, come dimostrano gli oltre 600 titoli arrivati quest’anno. Da rassegna per cineamatori dei primi anni, il Film Festival è ora una realtà internazionale riconosciuta: è un onore e un onere presiederla», conferma Buttura. È certo che non è tipo da fare solo lo spettatore: «Come nessuno di coloro che seguono il Festival», ammette, «perché dopo le proiezioni ci si trova in piazza per scambiarci le opinioni e i momenti di confronto sono tanti, a partire dai convegni, dagli spettacoli, dallo spazio mensa e dall’osteria. Purtroppo quest’anno molto è stato sacrificato per le norme di sicurezza anti-Covid, ma l’edizione 2020, andata in scena dal vivo e on line, ha presentato uno dei programmi cinematografici più rilevanti della sua storia, dimostrando che superare le difficoltà è possibile con l’impegno, la dedizione, la professionalità che hanno fatto di questo Festival uno dei più importanti concorsi cinematografici al mondo dedicati alla montagna». È uomo di squadra e sa l’importanza di lavorare in sintonia, con il direttore Anderloni, i tanti giovani volontari dello staff, i partner istituzionali e privati che sostengono il Festival. Tra le proposte annotate da subito in agenda da Buttura c’è un rilancio dell’associazione «Amici del Festival» e l’impegno a garantire una stabilità economica pluriennale per il futuro della rassegna. «L’edizione 2020 ha introdotto novità che si sono rivelate azzeccatissime e che vanno mantenute: la dimensione digitale è una di queste, pur essendo anche mia la convinzione del direttore Anderloni che il Festival è nella piazza e nel Teatro Vittoria e ciò va preservato e consolidato. Le interviste via internet con i registi costituiscono un arricchimento e un completamento, che va senz’altro riproposto. Infine due conferme, l’organizzazione, che con il contributo entusiasta di una bella schiera di giovani volontari e la bravura dei traduttori, rasenta ormai la perfezione, e la proficua collaborazione con altre realtà associative, prima tra tutte quella con il Circolo del Cinema di Verona, che apportano un ulteriore miglioramento al Festival aumentandone la dimensione collettiva», conclude. •

V.Z.

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