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Selva di Progno

Bracconaggio nel parco della Lessinia: individuato cacciatore, nel suo congelatore anche il raro fagiano di monte

Durante la perquisizione sono stati ritrovati l’arma, il cane e l’attrezzatura utilizzata durante l’attività di bracconaggio
Le immagini delle fototrappole
Le immagini delle fototrappole
Le immagini delle fototrappole
Le immagini delle fototrappole

Lo hanno ripreso per settimane attraverso fototrappole, fino a quando sono riusciti a individuarlo. E infine, dopo una perquisizione, a incastrarlo. L'operazione di antibracconaggio è stata portata a termine dal Servizio Guardiaparco del Parco Naturale Regionale della Lessinia, dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Tregnago e dagli agenti della Polizia Provinciale di Vicenza.

 

Le indagini

L’indagine è iniziata nel mese di ottobre 2022 quando le fototrappole del Parco, installate per il monitoraggio faunistico, riprendevano un bracconiere in attività di caccia con fucile e cane da ferma in località Malga Terrazzo, una delle zone dell’Area protetta di più elevato valore naturalistico e faunistico. La lunga e complessa attività investigativa ha permesso di identificare in A.F. l’autore del grave gesto: si tratta di un cacciatore vicentino residente in un comune berico limitrofo all’area Parco.

Durante la perquisizione sono stati ritrovati, infatti, l’arma, il cane e l’attrezzatura utilizzata durante l’attività di bracconaggio. Sono stati inoltre scoperti una carabina modificata con l’installazione di un silenziatore artigianale e una gran quantità di spoglie di fauna selvatica priva della necessaria attestazione di legittima provenienza riposta in congelatori e pronta al consumo, tra i quali due esemplari di fagiano di monte (Lyrurus tetrix), carne di capriolo in tranci appartenente ad almeno due esemplari, quattro lepri e vari trofei di camoscio alpino e capriolo.

Il "bottino" trovato nei congelatori del vicentino
Il "bottino" trovato nei congelatori del vicentino

 

Le pene

Il bracconiere dovrà rispondere dei reati di introduzione di armi non autorizzata e caccia all’interno del Parco della Lessinia, con pene fino a sei mesi di arresto o 12mila euro di ammenda, nonché di detenzione di arma alterata, reato che prevede fino a 3 anni di reclusione e multa fino a mille euro, e illecita detenzione di fauna selvatica (fino a 3mila euro di ammenda). L’operazione consente in particolare di reprimere una letale attività di bracconaggio praticata nel Parco della Lessinia nei confronti di una specie di elevato valore conservazionistico quale il fagiano di monte, già minacciato dai cambiamenti climatici e dalla frammentazione e perdita di habitat, per la quale la salvaguardia garantita dall’area protetta è di vitale importanza.

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