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Austerity in Lessinia, bilanci al sicuro

Cerro È stata ridotta l’intensità luminosa dei lampioniIl palaghiaccio  quest’inverno ha funzionato per meno giorni
Cerro È stata ridotta l’intensità luminosa dei lampioniIl palaghiaccio quest’inverno ha funzionato per meno giorni
Cerro È stata ridotta l’intensità luminosa dei lampioniIl palaghiaccio  quest’inverno ha funzionato per meno giorni
Cerro È stata ridotta l’intensità luminosa dei lampioniIl palaghiaccio quest’inverno ha funzionato per meno giorni

La via dell’austerity energetica che molti Comuni della Lessinia hanno imboccato in autunno ha salvato le casse dei municipi, ammortizzando i costi degli aumenti. Negli ultimi mesi, i sindaci non si sono limitati a spegnere i lampioni o a mettere da parte le luminarie. Gli interventi di efficientamento sono nelle agende degli amministratori e l’impennata delle bollette ha confermato la necessità di proseguire in questa direzione. C’è chi si è mosso per sfruttare i contributi statali; chi guarda alle comunità energetiche: sinergie tra enti locali, comunità, imprese per produrre e scambiare energie da fonti rinnovabili. L’affievolimento dell’intensità luminosa è stato programmato su vie e piazze, per esempio a Velo. Così a San Mauro di Saline e a Cerro, dove il servizio d’illuminazione pubblica dipende, con la modalità della finanza di progetto, da Agsm che ha puntato sulle lampade a risparmio energetico. Meno lampioni Altro escamotage: togliere luce a parte dei lampioni. Non è stato possibile a Cerro: «Il risparmio sarebbe stato irrisorio e», motiva il sindaco Antonio Bertaso, «a discapito della sicurezza, visto qualche episodio di microcriminalità che si è verificato». A breve, precisa, «attiveremo i pannelli fotovoltaici delle medie e stiamo partecipando a un bando per l’efficientamento delle elementari». A Roverè, su circa 650 punti luce, ne è stato spento il 40 per cento. «Come Comune», riferisce il sindaco Stefano Marcolini, «spendevamo 70-80mila euro di energia elettrica, con gli aumenti previsti avremmo superato i 100mila euro». La previsione è quella di arrivare a risparmiare circa 25mila euro; a rimpinguare le casse ci sono altri 10mila euro raggranellati dalla scelta di limitare le luminarie. Un contenimento dei costi c’è stato, ammette: «Continueremo la sostituzione delle lampade e stiamo valutando la collocazione di pannelli fotovoltaici sulle scuole». Aule che, da settembre, resteranno chiuse il sabato. Comunità energetiche Si riflette sulle comunità energetiche, considerando che non è possibile posare il fotovoltaico a terra. A Sant’Anna d’Alfaedo «una comunità energetica è in fase di progettazione preliminare e», annuncia il primo cittadino Raffaello Campostrini, «per la posa dei pannelli è stata individuata la zona di un’ex base di comunicazioni militari». Non è l’unica novità: orologi astronomici programmano spegnimento serale e accensione luci al mattino. «Da un bando dei Comuni di confine arriveranno 500mila euro per sostituire le lampade in tre quarti del territorio. Speriamo di trovare risorse per ultimare il resto». Da poco è attivo un impianto fotovoltaico sulle scuole: qui, dopo un investimento di 50mila euro, a dicembre sono state messe lampade a led con controllo domotico e rilevatori che spengono in automatico le luci in assenza di persone. Centraline con orologi astronomici che modulano l’illuminazione pubblica pure a Bosco Chiesanuova. Guardando al bilancio ma senza trascurare la sicurezza, «abbiamo effettuato uno spegnimento parziale dei punti luce. A costi raddoppiati, bisognava intervenire», puntualizza il sindaco Claudio Melotti. Il palaghiaccio è rimasto aperto per meno giorni; pannelli fotovoltaici sono entrati in funzione su palestra ed edifici scolastici. Efficientamento Palliativi, li definisce, che non risolvono il problema. Ma aiutano, in vista del progetto di efficientamento che porterà, con un investimento di 700mila euro, «alla sostituzione dei corpi illuminanti che non sono già a led e all’ottimizzazione della rete». La crisi energetica non ha trovato impreparato il Comune di Selva di Progno. In alcune contrade sono stati posizionati lampioni alimentati da pannello solare, altri ne arriveranno. «In attesa della diminuzione del costo della materia prima», dice il sindaco Marco Antonio Cappelletti, «razionalizzazione ed efficientamento degli impianti contribuiscono a calmierare le uscite». Parte dei lampioni senza luce a Badia Calavena. «Così siamo riusciti ad avere un consumo molto più basso», riassume il sindaco Francesco Valdegamberi. Buona parte del comune ha ora lampade ad alta efficienza, grazie all’investimento di 50mila euro a cui se ne sommeranno altrettanti da fondi ministeriali. «Abbiamo partecipato ad alcuni bandi Pnrr del ministero dell’Ambiente per l’acquisto di materiale per efficientare gli edifici pubblici», conclude. Entro l’anno, previsti interventi su municipio, palestra, asilo. Tecnici al lavoro per capire come aderire alle comunità energetiche. Insomma: il caro energia è servito a dare una scossa. •.

Marta Bicego

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