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Assalto al furgone di disabile

Maria Nori, il figlio Andrea e il furgone danneggiato a Bolca FOTO PECORA
Maria Nori, il figlio Andrea e il furgone danneggiato a Bolca FOTO PECORA
Maria Nori, il figlio Andrea e il furgone danneggiato a Bolca FOTO PECORA
Maria Nori, il figlio Andrea e il furgone danneggiato a Bolca FOTO PECORA

Dopo quattro mesi di isolamento a casa - per il lockdown - porta il figlio disabile a passeggiare a Bolca ma quando torna trova il vetro di un finestrino del suo furgone in mille pezzi e l’interno del mezzo tutto a soqquadro. Tutto ciò è successo sabato pomeriggio scorso, in via Colle, e se dal mezzo non risulta essere stato rubato nulla, resta il grande dispiacere legato al gesto vandalico. Quel doblò a tetto alto, infatti, è l’unico mezzo di mobilità per Andrea Leorato, quarantottenne disabile al cento per cento che abita con i suoi genitori a Brognoligo di Monteforte d’Alpone. «È evidente che è un mezzo per il trasporto di persone disabili, lo abbiamo comprato per poter caricare la carrozzina sulla quale Andrea è costretto e, come se non bastasse, c’è il contrassegno ben visibile. Quello che è successo», denuncia la madre Maria Nori, «mi fa davvero ribollire il sangue. Bolca da quasi 20 anni è il rifugio di Andrea, il posto dove respirare aria buona e poter fare qualche passeggiata. Ci conoscono tutti, ci sono tante persone buone e gentili che salutano sempre Andrea ma adesso, lo ammetto, tornarci un po’ mi preoccupa». La signora racconta solo di un uomo che a Bolca nessuno aveva mai visto e che si aggirava in zona: di prove ovviamente non ne ha, ma invita tutti a stare attenti. Non solo: «Ho voluto raccontare quello che ci è successo anche perché ho dei ringraziamenti da fare. Se siamo riusciti a tornare a casa è perché il signor Mario Niero si è subito attivato e ha rimpiazzato il vetro con un telo di nylon e perché Enrico Presa che ci ha aiutati a liberare i sedili dai vetri», dice la donna. Dal furgone non è stato portato via nulla, «l’unica cosa che può avere attirato l’attenzione su di esso, possono essere state le felpe di Andrea, che avevo lasciato sul sedile, nient’altro. La radio è rimasta al suo posto, non mancava niente». Rimane la rabbia, tanta, una notte passata in bianco per quel gesto gratuito ed un danno da quasi 500 euro: «Il lato danneggiato del furgone non era sulla strada e questa persona ha agito indisturbata, ma mi chiedo davvero con che animo uno abbia fatto una cosa del genere!». •

Paola Dalli Cani

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