Aspira a essere un luogo di aggregazione e sport, un contenitore di cultura e spettacoli, un laboratorio di esperienze sociali, didattiche e ricreative. Per la comunità di Dolcè ma anche per i paesi limitrofi della «Terra dei Forti». È il Paladolcè, il nuovo edificio polifunzionale in legno, ferro, intonaco e con grandi vetrate da cui entra molte luce e si vedono le montagne. Costruito dal Comune con il contributo cospicuo del Fondo Comuni Confinanti (Fcc) - costo totale dell’opera un milione e 290mila euro, di cui soltanto 15mila euro a carico dell’ente locale - si trova vicino all’entrata nord del capoluogo e alla stazione ferroviaria, lungo la Statale 12 del Brennero. Comprende, innanzitutto, un salone centrale di 700 metri quadrati con altezza media di nove metri, che può contenere 500 posti a sedere oppure essere usato come campo da calcetto o pallacanestro al coperto, per corsi sportivi, feste e banchetti. Vanno poi aggiunti 120 metri quadrati di spazi di servizio e spogliatoi con bagni, 150 metri quadrati con tettoia all’esterno e altri 150 per il magazzino interrato. L’area rimessa a nuovo dall’amministrazione Adamoli, pari a 8.650 metri quadrati, comprende infine una zona verde da allestire con giochi per bambini, un’altra pavimentata e parcheggio per 80 auto. Questo palazzetto, antisismico, diventa strategico per Dolcè anche in caso di calamità naturale. «Quest’opera è stata possibile grazie a moltissime persone e ci riempie di orgoglio», afferma il sindaco Massimiliano Adamoli. L’edificio principale è stato terminato lo scorso anno, ma tutta la parte esterna è stata realizzata quest’anno, fino a pochi giorni fa. Così il Paladolcè, già utilizzato per qualche concerto e nel maggio scorso per la «Primavera del libro», è stato inaugurato ieri mattina dal sindaco e dalla sua Giunta. Il primo cittadino, il geometra comunale Flavio Bertolazzi, l’architetto progettista Matteo Benetti, con studio a Valgatara, e l’educatore del Comune Nello Dalla Costa ne hanno tratteggiato caratteristiche tecniche e finalità, nonché progetti presenti e futuri per dargli vita. «Questa struttura deve essere strumento di crescita per la comunità, favorendo incontri e relazioni», sottolinea Dalla Costa. L’educatore ha in cantiere due iniziative: una settimana in maggio dedicata al gioco e la creazione di un giardino botanico con arbusti della valle. Al termine delle relazioni, Adamoli ha tagliato il nastro tricolore assieme al consigliere provinciale Serena Cubico e agli amministratori di Rivoli, Cavaion, Marano di Valpolicella, Fumane, Sant’Anna d’Alfaedo, Brentino Belluno e della trentina Avio. Infine, don Giampaolo Marcucci ha impartito la benedizione. «L’iter è stato lungo e complesso, ma non ci siamo mai persi d’animo», continua il primo cittadino. All’inizio il quadro economico di 790mila euro prevedeva la costruzione di una tensostruttura fissa con sostegni in legno e telone in Pvc, per venire incontro alle esigenze di spazi al coperto avanzate da associazioni e circoli locali. Ma il parere negativo della Sovrintendenza ha costretto i tecnici a rivedere completamente il progetto. «Abbiamo dovuto cambiare tutto in corso d’opera, ma siamo felici del risultato», sostengono Adamoli e Benetti. •