<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Festa in paese

Anthony e Ginevra, i primi nati a Giazza dopo 14 anni

Festa in paese
Anthony e Ginevra con mamma e papà
Anthony e Ginevra con mamma e papà
Anthony e Ginevra con mamma e papà
Anthony e Ginevra con mamma e papà

Due nuovi piccoli cimbri incrementano da ieri l’ormai esigua popolazione di Giazza, ridotta a meno di un centinaio di persone: sono Ginevra e Anthony, nati a Verona all’ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento, figli di Katia Lucchi e di Alessandro Calia. La cicogna non si posava sui tetti di Giazza da ben 44 anni con un fagotto biposto, dove allora si erano sistemate le gemelline Rozza, e solo 14 anni fa è tornata per portare il loro cuginetto Mattia. Da allora basta fino al lieto evento di ieri.

 

I piccoli stanno bene, nati con parto programmato, consigliato a Katia per le oggettive difficoltà del doppio impegno a cui era chiamata, e l’intervento è stato eseguito dalla ginecologa Serena Cavaliere.

«È lei che ha scoperto la presenza dei gemelli con l’ecografia e mi ha seguito durante tutta la gravidanza, assieme a tuta l’équipe del Servizio di ecografia di Borgo Trento diretto dal dottor Valentino Bergamini. Non ho mai avuto alcun dubbi di mettermi nelle loro mani al momento del parto ed è stata la scelta migliore», racconta Katia con a fianco i due gemellini e il loro papà. Ha scoperto la gravidanza proprio all’inizio del lockdown e con tutte le restrizioni dovute alla prevenzione per il Covid-19 non è stato facile: «Alessandro mi accompagnava ma non poteva mai entrare nello studio medico. Quando si è trattato di conoscere il sesso del nascituro, me lo sono fatta scrivere su un biglietto dalla dottoressa Cavaliere e sono poi uscita per leggerlo insieme ad Alessandro e scoprire così che l’attesa era per due: un maschietto e una femminuccia, ed è stata gioia grande in un momento di tristezza per la pandemia. I nomi li abbiamo scelti insieme: Anthony perché cercavamo un nome un po’ esotico che ben si conciliasse con il cognome del papà; Ginevra invece è frutto della mia passione per i miti cimbri e nordici: significa elfo luminoso», aggiunge.

 

Katia infatti oltre ad essere stata consigliere comunale durante il quinquennio del sindaco Aldo Gugole, è da sempre impegnata come segretaria della Pro loco Ljetzan – Giazza e organizzatrice della spettacolare Festa del Fuoco della notte di San Giovanni.

È lei che interpreta la fata Aissa Maissa che scende sulla piazza della frazione cimbra dando il via alle danze e all’accensione dei bracieri dei Tredici Comuni cimbri. La lettura dei miti l’ha accompagnata anche negli ultimi mesi quando da luglio la ginecologa le ha consigliato di mettersi a riposo per ritardare il più possibile la nascita al limite con la scadenza naturale.

 

«Ho interrotto il lavoro, anche se ero già in smart working in quel periodo e Alessandro si è occupato di tutto. Le uniche uscite che mi concedevo erano per le visite di controllo e per stare seduta sulla soglia di casa. È stata l’occasione per percepire forte la vicinanza del paese che mi ha commosso», racconta la neo-mamma ricordando l’incoraggiamento e il sostegno di quanti passavano dalla Sagar-ruan (Riva dei segatori) pavimentata con la «rebotà», il caratteristico acciottolato, che passa davanti allo loro bellissima casa con antiche pitture in facciata e oggi addobbata con fiocchi rosa e azzurri. È in festa il paese, a partire dai nonni Sandro e Linda, titolari della celebre Pizzeria Al Torrente, dove lavora come barista il papà Alessandro, e gli zii Nadia e Nicola, i tanti parenti francesi (la mamma è figlia di migranti di Giazza trasferitisi Oltralpe) e il nonno Bruno, 89 anni, ospite della Rsa di Tregnago e che spera presto di poter vedere chi lo ha fatto diventare bisnonno.

 

Partiti in due per l’ospedale, torneranno a Giazza in quattro in settimana e ad essere felice è anche il sindaco Marco Cappelletti: «È un evento storico perché ritorna in paese la vita e la speranza. Anche per noi amministratori ha un sapore diverso programmare opere pubbliche sapendo che il paese avrà ancora la vitalità di nuova linfa. Ai due piccoli compaesani, a mamma e papà, a tutti i familiari auguro ogni bene e credo che l’intero paese ne sia orgoglioso», commenta il primo cittadino.

Vittorio Zambaldo

Suggerimenti